L’Amministrazione comunale di San Felice sul Panaro, pur non partecipando al presidio organizzato presso l’ospedale “Santa Maria Bianca” di Mirandola, esprime forte preoccupazione per il futuro del nosocomio mirandolese.

La decisione di appaltare esternamente le prestazioni di ostetricia e ginecologia appare fortemente penalizzante e ha suscitato legittima preoccupazione tra cittadini e amministratori locali. Una scelta che pare andare in direzione contraria a quella di un rafforzamento dell’ospedale mirandolese, nel quale sono stati effettuati negli ultimi anni consistenti investimenti e che vanta apparecchiature di prim’ordine, sale operatorie e grandi professionalità tra gli operatori sanitari. E pur in un quadro generale della sanità che appare in mutamento, con l’avvento delle case della comunità, degli Osco e degli hospice, il Santa Maria Bianca, come abbiamo sempre sostenuto, deve rimanere un punto di riferimento ineludibile per la salute dei cittadini del nostro territorio, che ultimamente invece sempre più spesso sono stati costretti alla cosiddetta migrazione sanitaria anche in altre regioni con disagi e costi maggiorati. Importante poi che si rilanci l’ospedale di Mirandola anche per renderlo più “attrattivo” per medici e infermieri che vengono da fuori. Per non parlare infine del progetto del nuovo ospedale carpigiano che rischia di diventare una cattedrale nel deserto, drenando tutte le risorse sanitarie disponibili e “cannibalizzando” l’ospedale di Mirandola che rischierebbe di finire svuotato. In quel caso aumenterebbero a dismisura i disagi per i residenti dell’Area Nord, già penalizzati da una viabilità carente. Si tratta di problematiche di stringente attualità che devono uscire dall’ambito del solo Ctss e che vanno affrontate in un confronto aperto a tutte le forze politiche e al territorio.

 

 

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