Ci sono anche i circa 550 dipendenti modenesi di Seta (che in tutto ne ha 1.040) tra i lavoratori interessati al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro degli autoferrotranvieri-internavigatori.

«È un rinnovo atteso a lungo in un settore che ha urgente bisogno di essere riformato – dichiara Maurizio Denitto, segretario territoriale di Modena della Fit Cisl Emilia-Romagna –

Durante la pandemia gli autoferrotranvieri non si sono mai fermati, nemmeno nei mesi più duri del lockdown. Per questo il loro malessere per la lunga indisponibilità delle associazioni datoriali al rinnovo stava crescendo esponenzialmente. Abbiamo dovuto fare ben cinque scioperi nazionali per conseguire questo risultato».

Dal punto di vista economico il nuovo contratto stabilisce un aumento medio così suddiviso: 90 euro destinati all’aumento tabellare medio mensile, 8 euro costituiranno la nuova indennità ferie che sarà erogata a ogni giornata fruita per un totale di 25/26 giornate annue, mentre 12 euro mensili sono destinati all’assistenza sanitaria integrativa, a decorrere dal 1° gennaio 2023.

È stato raggiunto l’accordo anche sull’una tantum di 500 euro per la vacanza contrattuale, considerando che a giugno 2021 era stato sottoscritto un accordo a copertura del triennio 2018-2020.

«Il trasporto pubblico locale era già in crisi prima della pandemia – ricorda Denitto – e l’emergenza sanitaria è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso dei troppi problemi irrisolti, a partire dalla eccessiva frammentazione del settore.

Anche in Emilia-Romagna sarebbe meglio avere un’azienda unica regionale per gestire il trasporto pubblico locale su gomma, sul modello di Trenitalia Tper, la società formata da Trenitalia (70% di azioni) e Tper (30%) che si è aggiudicata la gara europea per gestire il trasporto ferroviario regionale per i prossimi quindici anni. Si deve favorire la nascita di un player in grado di fare economie di scala e investimenti per rinnovare le flotte, in coerenza con le previsioni del Pnrr.

Altrimenti arriveranno anche qui – conclude il segretario territoriale di Modena della Fit Cisl Emilia-Romagna – società straniere che già partecipano a gare in Italia per l’assegnazione del servizio, mentre la maggior parte delle imprese italiane non è in condizioni di fare altrettanto all’estero».

 

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