Carabinieri Nucleo Ispettorato del lavoro di Reggio Emilia (foto di repertorio)

A meno di un anno dall’entrata in vigore del D.L. 146 del 20 ottobre scorso, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili, che inasprisce notevolmente le violazioni in tema di sicurezza e di lavoro nero, a Reggio Emilia, a seguito di un controllo congiuntamente condotto dai carabinieri del nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Reggio Emilia congiuntamente ai colleghi del Comando Provinciale reggiano, è stato individuato un cantiere edile che impiegava in nero oltre il 30% della forza lavoro.

Nei guai è finito un imprenditore, titolare nel reggiano di un’impresa edile oggetto dell’attività ispettiva. Nei guai anche il dipendente assunto in nero che percepiva il debito di cittadinanza (sono stati accertati indebiti percepimenti per oltre 17.000 euro) che è stato denunciato alla Procura reggiana per aver omesso di comunicare il rapporto di lavoro subordinato percependo indebitamente il reddito di cittadinanza.

I controlli dei carabinieri del nucleo ispettorato lavoro di Reggio Emilia, supportati dai colleghi dell’Arma territoriale reggiana, risalgono all’altra mattina quando gli operanti, sulla scorta di una mirata attività informativa tesa a contrastare le fattispecie illecite correlate al lavoro nero e all’impiego di manodopera clandestina, in aderenza anche alle indicazioni fornite dal Prefetto di Reggio Emilia Dr.ssa Iolanda Rolli hanno effettuato un controllo presso un cantiere edile in città.

All’atto dell’ispezione i Carabinieri riscontravano l’impiego di 3 dipendenti intenti a lavorare di cui un italiano risultato essere impiegato in nero. Ai sensi delle nuove norme di legge, l’attività aziendale veniva immediatamente sospesa dagli operanti che procedevano anche nei confronti dell’imprenditore  al quale i militari comminavano anche una maxi multa per oltre 6.000 euro.

La ripresa delle attività potrà ora avvenire con la regolarizzazione del dipendente impiegato in nero, con il versamento dei contributi evasi e con il pagamento della maxi multa. Allo stesso imprenditore inoltre venivano contestate ammende per oltre 4.000 euro per mancanza di adempimenti riscontrati in tema di sicurezza sul lavoro.

Nei guai come accennato anche lo stesso dipendente denunciato per non aver comunicato che percepiva il reddito di cittadinanza. Le nuove norme inaspriscono decisamente tali fattispecie laddove si consideri ad esempio che con le vecchie norme era necessario il 20% in nero rispetto al totale della forza lavoro, percentuale che con il D.L. 146 è scesa al 10%. Lo stesso D.L. prevede anche la sospensione delle attività anche in presenza di illeciti correlati alle norme di sicurezza sul posto di lavoro.

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