Un piccolo, dolce omaggio per chi, col pensiero rivolto alla propria terra, sarà costretto a trascorrere anche l’imminente momento di festa lontano da casa. I piccoli ucraini attualmente ospitati a Calderara sono i destinatari della sorpresa che sabato 16 aprile verrà consegnata dal Comune: grazie a Coop Alleanza 3.0 tramite AVIS Comunale Calderara, Centro Sociale Lippo e Reporting System di Giovanni e Matteo Lamanna, domani tutti i bambini e le bambine ucraine ospiti in città riceveranno un uovo di Pasqua.

A scartare le confezioni a caccia della sorpresa non saranno dunque solo i piccoli ospitati al Cas (centro di accoglienza straordinario) comunale. Con il consueto contributo di Percorsi Sicuri Calderara odv, infatti, le uova verranno consegnate anche nelle abitazioni private che hanno accolto cittadini ucraini in fuga dalla guerra. A Calderara di Reno attualmente sono 52, di cui 24 bambini e 28 adulti. Per loro non solo il Comune, ma l’intera comunità da due mesi si stanno mobilitando perché la permanenza sia meno traumatica e difficoltosa possibile: «Ringrazio – dice il Sindaco Giampiero Falzone – tutta la comunità calderarese per esserci, unita e coesa, con tante iniziative di solidarietà sin dall’inizio di questa emergenza. Regalare momenti di serenità e normalità partendo dalle piccole cose, che non sono mai piccole, è fondamentale in questo momento per questi nuovi cittadini, scappati dalla sera alla mattina da una guerra assurda».
Per loro le iniziative in programma sono diverse, all’insegna della solidarietà, dell’inclusione, della gradualità. Il Comune di Calderara, tra l’altro, sta per istituire una scuola di italiano sia per i bambini che per gli adulti. Parallelamente, con la disponibilità delle associazioni sportive del territorio, si sta organizzando anche l’inserimento al momento per il calcio e il basket: «Sono diverse – prosegue il primo cittadino – le azioni messe in campo, che a breve prenderanno forma, per creare i giusti e necessari percorsi di inclusione. Stiamo anche lavorando come Comune, grazie all’impegno di un’azienda privata (a breve comunicheremo i dettagli) alla creazione di un nuovo Cas, un secondo centro di accoglienza sul nostro territorio. Ancora una volta, insieme, ci rimbocchiamo le maniche per aiutare chi oggi è meno fortunato di noi».

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