Nel 2021 la produzione dell’industria nel suo complesso è cresciuta del 9,1 per cento, mentre il volume d’affari delle costruzioni è salito del 7,8 per cento. Dal Registro Imprese un segnale: il calo è stato ridotto nell’industria (-0,9 per cento), mentre nelle costruzioni c’è stato incremento (+1,6 per cento).

La creatività e la capacità di personalizzare prodotti e soluzioni sono caratteristiche dell’artigianato, che nel 2021 ha imboccato la via della ripresa. E’ quanto si rileva dall’indagine sulla congiuntura del settore artigiano di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna relativa al 2021 e al quarto trimestre dell’anno.

 

L’artigianato nell’industria.

Dopo la flessione del 2019 e il crollo nel 2020, nel 2021 si è registrato un deciso miglioramento per l’artigianato manifatturiero regionale che ha sperimentato la più rapida crescita della produzione mai rilevata dall’inizio della rilevazione congiunturale. Il 2021 si è chiuso con un aumento della produzione del 9,1 per cento, che però non ha ancora raggiunto il livello del 2019. Si tratta comunque di un risultato notevole, seppur meno ampio di quello ottenuto dal complesso dell’industria regionale, che ha messo a segno un incremento della produzione dell’11,5 per cento.

L’andamento del fatturato è risultato leggermente più sostenuto (+10,1 per cento), grazie anche al supporto offerto dalle imprese esportatrici nel fatturato estero (+11,5 per cento).

Più contenuti i risultati del processo di acquisizione degli ordini dove l’aumento si è fermato a un +8,9 per cento appena superiore rispetto all’estero (+8,6 per cento).

 

Il registro delle imprese.

A fine dicembre le attive ammontavano a 26.650 in flessione dello 0,9 per cento rispetto alla fine del 2020 (-235 imprese). La flessione è risultata sensibilmente più contenuta rispetto a quella delle loro omologhe a livello nazionale (-1,7 per cento).

La tendenza alla diminuzione è  presente in tutti i settori. E’ stata determinata soprattutto dalla riduzione della base imprenditoriale delle industrie della moda (-67 imprese, -1,5 per cento), della metallurgia e delle lavorazioni metalliche (-53 unità, -0,8 per cento). Hanno dato segnali di migliore tenuta l’industria del legno e del mobile, l’ampio raggruppamento “meccanica, elettricità ed elettronica e dei mezzi di trasporto”.

Riguardo alla forma giuridica, sono aumentate solo e rapidamente le società di capitale (+3,2 per cento, +131 imprese) giunte a rappresentare il 16,0 per cento. Si sono ridotte in modo sensibile le società di persone (-320 unità, -4,4 per cento) e hanno subito un calo le ditte individuali (-44 unità, -0,3 per cento).

 

L’artigianato delle costruzioni.

Dopo la caduta nel 2020, le imprese artigiane delle costruzioni regionali hanno iniziato una fase di ripresa senza precedenti. Il 2021 si è chiuso infatti con un potente recupero del 7,8 per cento del volume d’affari che è il più ampio dall’inizio della rilevazione. Il dato appare lievemente superiore rispetto al totale delle imprese di costruzioni regionali (+ 7,4 per cento). Sono state le piccole imprese a mettere a segno il recupero più rapido.

 

Il registro delle imprese.

A fine 2021 la consistenza delle attive nelle costruzioni è risultata pari a 51.262, vale a dire 792 in più (+1,6 per cento) con riferimento al 2020.

L’andamento risulta più dinamico rispetto al livello nazionale (+0,6 per cento), ma inferiore in confronto al totale regionale dell’industria delle costruzioni (+2,5 per cento).

La tendenza positiva è stata determinata dalle imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati (+1,8 per cento, +763 unità), maggiormente avvantaggiate dagli incentivi introdotti a favore del settore, mentre quelle attive nella realizzazione di edifici mostrano una crescita sensibilmente più contenuta (+0,5 per cento, +32 unità).

Osservando la forma giuridica, la crescita è stata determinata dall’ampio incremento delle società di capitali (+9,8 per cento, 351 unità), categoria che costituisce il 7,7 per cento delle imprese artigiane attive nelle costruzioni. Ulteriore rafforzamento delle ditte individuali (+552 unità, +1,3 per cento), che continuano a essere la tipologia dominante (83,0 per cento). Si riducono le società di persone (-2,5 per cento, -118 unità), mentre il piccolo gruppo delle cooperative e consorzi segna un rapido aumento (+3,8 per cento).

 

 

 

 

 

 

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