“Cervarolo rappresenta uno dei luoghi più significativi nel tragico elenco di stragi e violenze consumate in terra emiliana durante la seconda guerra mondiale”: così il sindaco Elio Ivo Sassi evidenzia il significato della celebrazione che si svolgerà domenica mattina (20 marzo), alle 10, nell’aia dei caduti della località villaminozzese in cui, il 20 marzo del 1944, i soldati germanici ammassarono e uccisero gli uomini del paese.

Nel pomeriggio si ricorderà anche la battaglia di Cerrè Sologno, “che era scoppiata cinque giorni prima, con gravi perdite sia da parte dei partigiani, che ebbero la meglio, che dei nazisti – racconta Sassi – e che scatenò un feroce rastrellamento da parte dei militari tedeschi”.

Il settantottesimo anniversario di quei drammatici fatti di sangue sarà commemorato dal Comune in collaborazione con le associazioni partigiane, Alpi-Apc e Anpi, e con l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Istoreco).

Alle 10 è previsto il ritrovo nell’aia di Cervarolo, cui seguirà la messa officiata dal parroco, don Giuseppe Gobetti, e sarà benedetto il monumento ai caduti, con omaggio floreale. Dopo i saluti del primo cittadino, interverranno l’onorevole Antonella Incerti e il presidente provinciale Anpi, Ermete Fiaccadori. Infine avverrà la rievocazione dell’eccidio a cura degli studenti della scuola secondaria di primo grado del locale Istituto comprensivo “Galileo Galilei”.

“Fra i ventiquattro civili trucidati nell’aia, tra i 17 e gli 84 anni, fra cui un paralitico – ricorda Elio Ivo Sassi – vi fu anche il parroco di allora, don Giovanni Battista Pigozzi, che si era rifiutato di firmare un documento in cui avrebbe dovuto dichiarare che gli arrestati erano tutti partigiani. Con coraggio evitò di sottomettersi e fu così freddato assieme agli altri uomini. Per decenni il fascicolo sulla strage di Cervarolo rimase nascosto. Nel 2005 si aprì finalmente un’inchiesta che si è conclusa definitivamente nel 2014 con la condanna all’ergastolo degli ex militari nazisti superstiti, ritenuti responsabili del massacro”.

Alle 15.30 l’appuntamento sarà al monumento ai caduti di Cerrè Sologno, con benedizione ed omaggio floreale. Dopo l’intervento introduttivo del sindaco, prenderà la parola Wassili Orlandi, a nome delle associazioni partigiane.

“Dal dopoguerra ad oggi sono state diverse le testimonianze scritte sulla tragedia che valse al nostro territorio la medaglia d’argento al valor militare – conclude il sindaco Sassi – tra cui le pubblicazioni ‘Raffiche di mitra in montagna’ di Umberto Monti (1946) e ‘Morte sull’aia’ di Pietro Alberghi (1964). In questi giorni, in cui nuove atrocità stanno martoriando l’Europa a causa della barbara aggressione russa all’Ucraina, è nostro dovere sottolineare e trasmettere con ancora maggiore forza alle nuove generazioni i valori di pace, libertà e democrazia che animarono la Resistenza italiana, come ora stanno guidando l’eroica Resistenza del popolo ucraino, al quale va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà”.

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