Il nostro territorio, ricco di attività manifatturiere e industriali, ha subito un colpo particolarmente duro con la crisi legata allo scoppio della pandemia: il blocco della produzione non ha avuto effetti solo sul fatturato a breve termine, ma ha comportato sempre più gravi difficoltà nel reperire materie prime e prodotti intermedi quando l’economia è ripartita. Lapam Confartigianato ha costantemente tenuto monitorata la situazione delle imprese della regione, attraverso i questionari periodici ‘Effetti del coronavirus sulle MPI emiliano-romagnole’, che hanno restituito nel tempo un quadro in continua evoluzione.

Negli ultimi giorni, l’associazione ha diffuso i risultati della quinta edizione dell’indagine svolta a febbraio e i dati mostrano un panorama imprenditoriale sicuramente in ripresa, ma non così vigorosamente come ci si sarebbe aspettato, soprattutto nel territorio modenese. Nella provincia di Modena, il 65% delle imprese ha dichiarato di non aver ancora raggiunto i livelli pre crisi, prevedendo una tendenza negativa per i primi sei mesi del 2022 con un calo del fatturato del 4% rispetto al medesimo periodo del 2021. Questi dati sono leggermente peggiori rispetto a quelli regionali, che invece vedono una risicata maggioranza, 52%, di aziende che hanno già recuperato i livelli di fatturato del 2019 e una previsione per  il primo semestre 2022 lievemente migliore, con un calo previsto che si attesta attorno al 2,7%.

Approfondendo poi la percezione degli imprenditori modenesi in merito al recupero dei livelli di fatturato pre crisi, prevale l’incertezza. Nonostante, ovviamente, i dati 2021 siano stati nettamente migliori rispetto a quelli del 2020, oggi circa il 60% delle imprese è preoccupata dall’andamento assai altalenante e incerto dei mercati ed evidenziano una serie di fattori critici: sei imprese su dieci temono l’elevato prezzo delle materie prime, otto su dieci il continuo rincaro delle componenti energetiche (elettricità, gas, petrolio) aggravato anche dalla crisi ucraina, una su quattro trova difficoltà a causa della scarsità del materiale necessario per la produzione ed, infine, una su tre lamenta problemi nel reperire personale qualificato. Tutti questi dati sono leggermente peggiori rispetto alla media regionale e dimostrano come, nonostante l’elevatissima intraprendenza degli imprenditori modenesi, la situazione nel nostro territorio sia ancora critica.

Nonostante il quadro possa apparire quantomeno negativo, le micro e piccole imprese della provincia non rinunciano ad espandersi e migliorarsi: infatti, circa il 75% delle aziende intendono effettuare uno o più investimenti, mentre il 40% prevede di assumere nuovo personale nel primo semestre di quest’anno. Come afferma Gilberto Luppi, presidente di Lapam Confartigianato, questi dati “confermano che le nostre imprese mettono coraggio e dedizione nella loro attività investendo nonostante le criticità. È tipico dell’imprenditore: davanti alle difficoltà si rimbocca le maniche, cerca nuove strade, non si siede, risponde alle esigenze nuove del mercato affrontando il cambiamento. Ovviamente l’incertezza provocata dalla drammatica guerra in Ucraina non sono oggetto di questa indagine, ma non si potrà non tenerne conto pensando al prossimo futuro”.

L’indagine mostra quindi un tessuto imprenditoriale sì ferito, ma che sta lavorando alacremente per tornare a risplendere ai livelli pre crisi, puntando sempre all’eccellenza e allo sviluppo di tecnologie e soluzioni innovative.

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