“La pandemia non è finita, ma l’emergenza volge al termine: siamo di fronte a segnali incoraggianti e dobbiamo andare avanti con fiducia e pragmatismo verso una nuova normalità, anche con una progressiva riduzione della legislazione d’emergenza e quindi una rimozione delle misure di contenimento”.

Ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli nell’informazione sull’andamento della pandemia al Consiglio comunale di giovedì 10 febbraio dopo aver però sottolineato ancora una volta che “purtroppo i decessi continuano ad essere l’aspetto più doloroso e sarà l’ultimo dato a scendere. Al di là del dibattito in atto rispetto alla modalità di classificarli, il giudizio complessivo non cambia e va ben oltre le statistiche: il prezzo in termini di vite umane pagato dall’Italia al Covid rimane altissimo”.

Il sindaco ha poi ribadito che anche nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, la quarta ondata della pandemia da Covid-19, caratterizzata dalla variante Omicron volge al termine. “Il virus non è sparito – ha osservato – ma tutti i principali indicatori che fotografano la circolazione della malattia volgono al positivo e quindi si va verso la fine dell’emergenza. La road map verso la ‘nuova normalità’ post pandemia è in corso”. Infatti, le novità normative nazionali sono improntate al superamento definitivo dell’emergenza”. Ha quindi ricordato come il Presidente del Consiglio Draghi nell’ultima conferenza stampa abbia parlato chiaramente di “un programma di riaperture certo”.

Dopo le novità che dal 7 febbraio hanno riguardato le scuole e i servizi educativi con la riduzione della possibilità di ricorrere alla didattica a distanza e i tamponi ‘fai da te’, da venerdì 11 febbraio cessa l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto (resta l’obbligo al chiuso, in luoghi aperti specificamente previsti come gli stadi o nel caso di assembramenti). Si va anche verso la riapertura delle discoteche: “il Ministro della Salute Speranza, incontrando i rappresentanti del Silb, ha detto che non emanerà alcun provvedimento per prorogare la chiusura di discoteche e sale da ballo, che quindi potranno riaprire sempre da venerdì 11 febbraio”. È stato annunciato a breve anche un cambio nella capienza degli stadi e degli impianti sportivi e il 31 marzo scadrà lo stato d’emergenza in vigore da oltre due anni.
D’altra parte, dal 15 febbraio i lavoratori pubblici e privati che hanno compiuto i 50 anni al lavoro dovranno esibire il Green pass rafforzato che si ottiene con il ciclo vaccinale completo della dose booster o con la guarigione dal Covid. È vietato l’accesso ai luoghi di lavoro senza e chi non rispetta il divieto potrà incorrere in una sanzione amministrativa tra 600 e 1500 euro.
Se non si parla più di quarta dose, a parte che per i soggetti fragili, è invece molto probabile che per la popolazione in generale ci sia la possibilità di un richiamo annuale sul modello di quanto avviene per l’influenza e, nel caso, è presumibile che il richiamo avvenga, come per l’antinfluenzale, nei mesi autunnali.
Per quanto riguarda i dati, la percentuale di positività e il numero di nuovi casi è in calo anche sul territorio provinciale. Alla data del 9 febbraio i casi da inizio pandemia sono 175.608; di cui 2.011 deceduti e 160.237 guariti; 13.360 quelli con malattia in corso di cui 365 ricoverati in ospedale; 1.053 inoltre le persone in quarantena. Per quanto riguarda i residenti e domiciliati nel comune di Modena, i casi dall’inizio dell’epidemia sono stati 46.360 dei quali 600 deceduti, 42.123 guariti e 3.637 con malattia in corso. Dall’ultima decade di gennaio, dopo molte settimane, si è registrato un calo del numero di nuovi casi, che si è accentuato nell’ultima settimana.

Infine, il sindaco Muzzarelli si è spostato sul fronte economico perché “la ripresa del dopo-emergenza deve essere anche ripresa economica” e ha fornito i dati 2021 della crescita industriale sottolineando anche la stima secondo cui l’indice destagionalizzato relativo a dicembre sarebbe in diminuzione dell’1% rispetto a novembre. “Serve quindi attenzione per tenere vivo il fuoco della ripresa – ha rimarcato – rimuovendo gli ostacoli (costi energia e costi materie prime in primis) e assicurando, soprattutto, occupazione stabile e di qualità, perché senza lavoro non c’è ripresa”.

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