Ai primi di ottobre, all’esito di una perquisizione domiciliare, era stato arrestato dai carabinieri di Correggio con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. All’uomo, un 50enne, fino a ieri sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, i carabinieri avevano sequestrato oltre 130 grammi di hashish, 6 grammi circa di eroina, quattro bilancini di precisione e un telefono cellulare. Accusa, quella di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, a cui si era aggiunta anche quella di minacce a pubblico ufficiale: durante la perquisizione aveva infatti minacciato di morte i carabinieri.

La perquisizione era scattata quando i militari, allertati dal sospetto viavai registrato dove vive il 50enne, si erano presentati presso l’abitazione dell’uomo ritenendo che nell’appartamento fossero occultati stupefacenti. Sospetti concretizzatisi durante il controllo dell’abitazione con il rinvenimento, nascosti in vari capi di vestiario da uomo, del quantitativo di stupefacenti. Oltre alla droga, erano stati sequestrati anche materiale utilizzato per la preparazione e il confezionamento delle dosi tra cui quattro bilancini, due coltelli con residui di hascisc nonché ritagli di buste di plastica impiegate per il confezionamento delle singole dosi. Nel proseguo delle indagini seguite all’arresto, i carabinieri raccoglievano a carico del 5Oenne indizi di responsabilità nell’illecita attività di compravendita di stupefacenti che l’avrebbe visto, nei due anni precedenti all’arresto dello scorso mese di ottobre, fare plurime cessioni di stupefacenti in zona, per un illecito profitto stimato in circa 100.000 euro. Tra gli acquirenti anche giovani e giovanissimi.

La Procura reggiana, sulla base delle predette risultanze investigative, ha richiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che, nella tarda serata di ieri, è stata eseguita dai carabinieri della locale Stazione i quali, arrestato l’uomo, lo hanno condotto in carcere a disposizione della magistratura, ponendo temporaneamente fine all’illecita attività che tanto aveva destato allarme tra le famiglie della zona.

Il procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà per i consueti approfondimenti investigativi al fine di consentire al giudice di verificare la piena responsabilità dell’uomo.

 

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