Con il supporto della maggioranza l’Assemblea regionale ha approvato l’emendamento della Lega a favore del distretto ceramico tra Reggio Emilia e Modena che consenta un diverso calcolo degli inquinanti legati alla produzione.

“Il distretto ceramico – ha dichiarato il consigliere regionale della Lega Stefano Bargi – si trova penalizzato per il fatto di essere escluso dai settori sostenibili con compensazioni pubbliche sull’acquisto di quote di esclusione. Siamo riusciti ad inserirlo, con l’ok della maggioranza, nella fase di dialogo ufficiale con l’Ue nell’ambito della Sessione europea dell’Assemblea regionale, così ci mettiamo a fianco delle imprese di uno dei distretti manifatturieri più importanti del paese è che ha sede principalmente sul nostro territorio regionale”.

L’emendamento proposto dalla Lega chiede alla Giunta e all’Assemblea, ognuno per le proprie competenze, di considerare le notevoli ricadute sul settore ceramico dell’attuale sistema di calcolo degli inquinanti legati alle attività produttive. Il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS UE) è considerato una delle pietre angolari su cui si fonda la politica dell’Unione Europea per contrastare i cambiamenti climatici e uno strumento essenziale per ridurre in maniera economicamente efficiente le emissioni di gas a effetto serra.

“Tuttavia – si legge nel testo votato a maggioranza -, per come è attualmente strutturato, esso rischia di trasformarsi in uno strumento recessivo, in particolare per il settore ceramico. La sfida ambiziosa che i  settori ceramici sono chiamati ad affrontare è legata agli obiettivi al 2030 delle emissioni, che impongono una riduzione del tetto delle emissioni pari al -43% rispetto al 2005. Ma, mentre i grandi produttori di CO2, come le centrali elettriche, scaricano i costi delle quote che devono pagare sulle bollette, un’industria come quella ceramica si trova a pagare per ETS sia costi diretti che indiretti (quelli all’ interno del costo della fornitura elettrica). Da qui la richiesta di ricalibrare la struttura dell’ETS rispetto ai limiti dimensionali che fanno entrare obbligatoriamente un settore nel mercato ETS, dato che la produzione di CO2 del settore ceramico corrisponde a circa l’1% delle emissioni industriali totali italiane conteggiate dal sistema. Secondo l’Assemblea regionale “risulta quindi opportuna una rivisitazione dei parametri di entrata nel sistema ETS e la conseguente “ripesatura” delle quote assegnate. E’ altresì importante che il settore ceramico venga compreso nella lista -prevista dalla stessa direttiva ETS- dei settori ammessi alla compensazione dei costi indiretti, per poter affrontare le sfide della transizione energetica in Europa, evitando di favorire produzioni ceramiche realizzate in altre aree”, conclude l’emendamento approvato.

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