«Abbiamo tutti voglia di normalità, ma il principio del “rischio ragionato” non basta a tranquillizzare il mondo della scuola. Insegnanti e personale ata sono comprensibilmente preoccupati».

Lo afferma la segretaria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale Antonietta Cozzo commentando il nuovo decreto legge del Governo sull’organizzazione delle attività didattiche per le scuole secondarie di secondo grado. Le lezioni in presenza dovranno essere garantite per almeno il 60 e fino al 100% degli studenti nelle zone gialle e arancioni (come l’Emilia-Romagna).

Per la Cisl si rischia di rimandare le scuole nel caos e stravolgere, per l’ennesima volta, un modello organizzativo che finora, pur nelle difficoltà, ha funzionato anche attraverso la didattica a distanza.

«Questa decisione arriva in un momento in cui la curva epidemiologica, seppur in calo, resta ancora alta a causa delle varianti del virus e senza che siano state adottate tutte le misure invocate dai sindacati a tutela della salute e sicurezza della comunità scolastica – dice Cozzo – A ciò si aggiunge il fatto che paradossalmente è stata sospesa la campagna di vaccinazione del personale scolastico, non è stato rinnovato il protocollo di sicurezza, è saltata la possibilità di ogni tracciamento, mancano tutti i dispositivi di protezione necessari e l’organizzazione dei trasporti non è in grado di garantire le condizioni di sicurezza minime previste. Possiamo affermare che le scuole riprenderanno in presenza al 60-100% sostanzialmente alle stesse condizioni di criticità di quando si decise di passare alla didattica digitale integrata».

Per la Cisl Scuola Emilia Centrale i problemi non si risolvono certo introducendo i turni («con quale personale, visto che l’organico assegnato non consente lo sdoppiamento? A un mese e mezzo dalla chiusura delle scuole»?) o attivando ulteriori forme di flessibilità non ragionate né concordate con chi quotidianamente lavora nelle scuole.

«Gli istituti devono poter organizzarsi in autonomia, tenuto conto delle proprie criticità, per garantire il lavoro del personale e le lezioni in sicurezza – sottolinea Cozzo – Non servono forzature, bensì risposte concrete ai troppi problemi irrisolti: riduzione del numero degli alunni per classe, ristrettezza degli spazi, trasporti, protocolli di sicurezza e piano vaccinale che deve ripartire subito con coloro che si sono prenotati e non hanno potuto vaccinarsi a seguito del cambiamento in corsa delle scelte governative».

A proposito delle vaccinazioni, la Cisl invita a considerare il rischio di una sovrapposizione, per il personale coinvolto, tra le date di somministrazione della dose di richiamo e quelle di svolgimento degli esami di Stato. «Il manifestarsi di effetti collaterali, come avvenuto in molti casi con la prima iniezione vaccinale, – spiega Cozzo – costringerebbe a fare ricorso a sostituzioni, con problemi di non poco conto per la regolare attività delle commissioni esaminatrici».

A livello nazionale la Cisl chiede al governo di rivalutare la scelta per la ripresa delle attività scolastiche in presenza da lunedì 26 aprile e lo invita a concentrarsi, piuttosto, sul prossimo anno scolastico.

«Non può funzionare una scuola fatta di “stop and go” e senza gli investimenti necessari per affrontare le criticità. Il tempo dell’emergenza è finito.

Ora – conclude la segretaria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale Antonietta Cozzo – è il tempo di decisioni ragionate per garantire il diritto allo studio, la sicurezza e la dignità di tutto il personale scolastico, anche attraverso il rinnovo del contratto di lavoro».

 

 

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