Il gruppo marmoreo realizzato nel 1753 da Don Giovanni Antonio Cybei, composto da quattro statue raffiguranti le allegorie delle virtù cristiane della Prudenza e della Carità, dell’altezza di 92 cm, e due angeli con fiaccola, alti 52 cm, è stato restituito il 9 aprile 2021 alle ore 11.00 presso la Chiesa di San Lazzaro e San Vincenzo de’ Paoli di Piacenza dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Bologna, Ten. Col. Giuseppe DE GORI, al parroco Mons. Pietro BULLA e al Presidente dell’Opera Pia Alberoni, dott. Giorgio BRAGHIERI.

La restituzione si è svolta alla presenza dell’Arcivescovo di Piacenza-Bobbio, S.E. Mons. Adriano CEVOLOTTO, del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Piacenza, dott.ssa Ornella CHICCA, del Comandante Provinciale Carabinieri di Piacenza, Col. Paolo ABRATE, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Piacenza, Jonathan PAPAMARENGHI, della funzionaria della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza, dott.ssa Anna CÒCCIOLI MASTROVITI.

Il gruppo scultoreo originale è stato realizzato nel 1753 in marmo bianco di Carrara a ornamento del Mausoleo del Cardinale Giulio Alberoni da Don Giovanni Antonio Cybei, scultore carrarese che a metà del Settecento fu attivo anche per la corte borbonica di Parma. Comprendeva le statue allegoriche della Fortezza, della Prudenza, della Fede e della Carità, nonché due putti con faci accese, lo stemma e il ritratto del defunto: ben sei sculture furono asportate da ignoti malviventi in occasione del furto consumato tra il 20 e il 21 dicembre del 1996 all’interno della Chiesa di San Lazzaro e San Vincenzo de’ Paoli di Piacenza. Rimangono ancora da ricercare le due statue della Fortezza e della Fede.

L’eccezionale recupero è frutto di un accurato controllo effettuato dalla Sezione Elaborazione Dati del Comando TPC, mediante la comparazione delle immagini inserite nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, con quelle delle statue, presentate da una galleria milanese all’Ufficio Esportazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato, per il rilascio dell’attestato di libera circolazione finalizzato all’uscita definitiva verso l’estero.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Piacenza e i minuziosi approfondimenti investigativi dei Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna, hanno confermato che le eleganti sculture, di cui sono state acquisite le schede originali di catalogazione e che stavano per essere definitivamente commercializzate fuori dai confini nazionali, erano proprio quelle trafugate a Piacenza oltre 20 anni fa.

Gli accertamenti condotti hanno permesso di chiarire che i beni recuperati erano stati già oggetto di compravendita nel corso del 2018 da parte di vari antiquari, tra il Piemonte e la Lombardia, ritenuti in buona fede, e che erano stati originariamente venduti dai familiari di un commerciante operante nello stesso settore che aveva cessato l’attività nel 1996.

La competente Autorità Giudiziaria, a conclusione delle indagini, ha così potuto disporre il dissequestro delle preziose sculture che, nuovamente collocate nel luogo originario, potranno essere restituite alla collettività.

 

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