“L’obiettivo che come Amministrazione abbiamo, e che ho concordato con l’Ausl, è individuare chi lo scorso 28 marzo era presente alla Messa delle 18 nella chiesa di San Filippo Neri a Lippo. Esclusivamente questo, e solo per motivi sanitari. Leggo, in particolare sui principali social, di proteste, polemiche, accuse ai più svariati soggetti: i protocolli, il Comune, il Governo, la Chiesa. Non è sicuramente questo il terreno nel quale litigare, e non è assolutamente  il momento di fare polemica.

Come ho scritto più volte su Facebook rispondendo ai cittadini, quella che stiamo compiendo è un’azione di sanità pubblica, studiata per far effettuare il tampone a chi era presente ed evitare ulteriori contagi, visto che ognuno di noi potrebbe avere un contatto con un positivo che è stato a quella messa e che non sa di esserlo. Grazie a questa iniziativa, e all’appello che abbiamo fatto, ora sappiamo che i presenti alla celebrazione erano 25, e tutti saranno sottoposti entro brevissimo tempo a tampone molecolare: qualcuno lo ha già fatto ed è risultato positivo e per questo ci siamo mossi, non certo per polemizzare coi protocolli messi in atto in occasione delle messe.

Esiste un accordo del Ministero della Salute con la Conferenza Episcopale Italiana che disciplina la sicurezza durante le celebrazioni, quanto accaduto ci deve suggerire che quel protocollo deve essere migliorato, ad esempio prevedendo che vengano registrati prima di ogni messa nome e cognome dei partecipanti, come si fa per manifestazioni, laboratori e altro. Dobbiamo procedere con coraggio a graduali riaperture che interessino tutti gli ambiti della nostra quotidianità: proprio per questo bisogna fare tesoro delle cose che accadono e trovare subito delle soluzioni che eliminino il rischio di ricadere in errore.

Oggi il mio interesse è di monitorare in modo esaustivo la situazione di Lippo, e ci stiamo riuscendo, ma esclusivamente per una questione di prevenzione e sicurezza. Non perdiamo di vista il nostro obiettivo: stanare il virus per cacciarlo  definitivamente, e col fondamentale aiuto dei vaccini riprenderci la nostra vita. Abbiamo già pagato un tributo abbastanza alto, anche a Calderara: non roviniamo il lavoro fatto con polemiche inutili e pretestuose, ma contribuiamo tutti all’uscita dal tunnel”.

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