Le ininterrotte indagini condotte dai carabinieri della stazione di Castelnovo Sotto, coordinate dalla Dr.ssa Maria Rita Pantani della Procura reggiana, per risalire al pirata della strada che la sera del 13 febbraio scorso ha travolto una bici causando il decesso del cittadino bengalese  hanno consentito di individuare il responsabile in un 34enne napoletano abitante a Sant’Ilario d’Enza, a carico del quale i carabinieri di Castelnovo Sotto hanno acquisito incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine ai reati di omicidio stradale colposo.

Erano le 21.00 del 13 febbraio scorso quando i carabinieri di Castelnovo Sotto rinvenivano all’interno di un fossato di via Marconi del comune di Campegine, con il volto immerso nell’acqua, il cadavere di un uomo, poi identificato in Uddin Abbas. Nei pressi un berrettino di lana e una bicicletta con chiari danni riconducibili ad un tamponamento.

In parte sul bordo della strada e in parte lungo sponda del canale i Carabinieri rinvenivano alcuni frammenti di un’auto che, sottoposti ad accertamenti tecnico scientifici, sono risultati essere di una Fiat Bravo, prodotta tra il 2007 ed il 2014, di colore grigio chiaro.

Ed è proprio sulla ricerca di questo genere di veicolo si sono concentrate le indagini che hanno trovato una svolta quando i militari hanno appreso che un dipendente di un ristorante del paese aveva in uso tale tipo di autovettura. Per questo motivo i carabinieri si recavano presso l’abitazione del 34enne rinvenendo all’interno del garage la Fiat Bravo che presentava evidenti danni alla fiancata anteriore destra.

Gli accertamenti tecnici effettuati poi dai colleghi del nucleo operativo della compagnia di Guastalla evidenziavano sul veicolo la presenza di un fluido di colore rosso riconducibile alla bici del cittadino bengalese in quanto proprio dello steso colore.

Accertati i fatti lo stesso 34enne riferiva ai carabinieri che inizialmente credeva di aver investito un grosso animale e che, per paura di essere scoperto privo dell’assicurazione, si allontanava rincasando senza nemmeno pensare di prestare soccorso ovvero di capire cosa avesse colpito.

Riferiva inoltre che solo qualche giorno dopo apprendeva della morte di un uomo proprio il giorno e nel luogo in cui lui credeva di aver investito un animale e per paura non aveva confessato a nessuno tutto quello che era successo. L’auto è stata sequestrata  e l’uomo arrestato in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari per i reati di cui all’art. 189 comma 6 del Codice della strada (non avendo ottemperato  all’obbligo di fermarsi dopo aver investito Uddin Abbas), art. 189 comma sette  del Codice della strada (non prestando al ciclista alcuna assistenza) e art. 589 Bis C.P. (omicidio stradale colposo avendo tamponato la bici condotta dal bengalese facendolo sbalzare all’interno di un canale e causandogli la morte dovuta ad emorragia subaracnoidea e segni di asfissia.

Sempre a Febbraio attraverso i quotidiani i carabinieri individuato il tipo dell’auto avevano divulgato degli appelli attraverso i mass media a cui aderiva un carrozziere che riferiva aver in riparazione un’autovettura dello stesso modello di quella ricercata. Gli accertamenti tecnici e l’esame dei danni subiti consentiva di rilevarne l’estraneità: del resto l’autovettura del pirata della strada non era stata portata a riparare da alcun carrozziere essendo stata rinvenuta dai carabinieri con ancora i danni e tracce certe del tragico incidente.

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