Nelle prime ore della mattinata di ieri, 16 marzo, a Modena e provincia i Carabinieri del Comando Provinciale, nell’ambito del procedimento penale della Procura della Repubblica di Bologna – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, hanno dato esecuzione a un Decreto di perquisizione personale e locale, nei confronti di 8 persone, 5 delle quali indagate per concorso nella detenzione illegale di armi da fuoco.

Le operazioni si sono svolte su obbiettivi ubicati in diversi comuni della provincia di Modena (Modena, Nonantola, San Cesario sul Panaro, Castelfranco Emilia, Finale Emilia e San Prospero) e hanno visto impegnati oltre 50 Carabinieri del Comando Provinciale, con il supporto delle unità cinofile per la ricerca di armi e droga del Nucleo Carabinieri Cinofili di Bologna, nonché del supporto aereo garantito dal 13° Elinucleo Carabinieri di Forlì.

L’indagine, coordinata dalla Procura della repubblica Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Bologna, ha avuto origine da uno stralcio dell’attività investigativa della Procura della Repubblica di Ancona, con riferimento ad alcuni elementi investigativi raccolti nell’ambito del procedimento penale che aveva portato alla condanna in primo grado di 6 persone per i decessi avvenuti tra il 7 e l’8 dicembre del 2018 nella discoteca “Lanterna Azzurra” di Corinaldo, dove avevano perso la vita una donna 39enne e cinque minorenni.

Tra i sei condannati modenesi (tutti tra i 21 ed i 24 anni) spiccava anche la figura di U.D.P. , figlio di S.D.P. (detto Sergio), quest’ultimo detenuto in regime di alta sorveglianza poiché ritenuto, fino al suo arresto avvenuto nel 2010, elemento di rilievo nella compagine criminale del Clan dei Casalesi, apicale per la provincia di Modena, del Clan dei Casalesi della famiglia Schiavone.
Il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Modena, sviluppando il filone d’indagine, ha identificato 5 giovani che ruotavano intorno a U.D.P. prima del suo arresto, ricostruendo i loro rapporti e raccogliendo elementi utili per poter verificare l’effettiva presenza e disponibilità di armi da parte delle persone indagate.
La perquisizione, infatti, ha consentito di rinvenire e sequestrare due pistole risultate provento di furto, con relativo munizionamento, nonché sei involucri contenenti cocaina pura per oltre 230 gr. traendo in arresto un operaio 50enne di origini campane, da tempo dimorante nel modenese.

 

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