A un anno di distanza dal lancio del processo partecipativo “La cultura non starà al suo posto”, quando al teatro Ariosto si radunarono oltre 450 persone per parlare della cultura a Reggio Emilia, giovedì 25 febbraio dalle 17.30 alle 19.30, si terrà l’evento di restituzione degli esiti di un percorso che, nonostante le restrizioni dettate dalla pandemia, non si è mai arrestato e ha continuato nei mesi a sviluppare riflessioni e proposte per la nostra città. L’evento, a cui parteciperanno il sindaco Luca Vecchi e l’assessore alla Cultura Annalisa Rabitti, sarà trasmetto in diretta sul canale Youtube del Comune di Reggio Emilia: youtube.com/comunereggioemiliaofficial/live

“La cultura ha il compito di intercettare il cambiamento e di trovare nuovi linguaggi e modalità di espressione e relazione con i cittadini – dice l’assessore alla Cultura Annalisa Rabitti – La cultura e la creatività possono indicarci delle strade per pensare al nostro presente e al futuro. Qualcosa che non abbiamo mai conosciuto prima, libero e aperto. Una cultura che non deve stare al suo posto, che deve incidere positivamente sui diritti e sulla vita delle persone, soprattutto delle più fragili. Il mondo della cultura si è trovato a dover riflettere su se stesso e a misurarsi con la crisi del settore, i nuovi modelli di fruizione culturale, le nuove forme di produzione e partecipazione indiretta, le ferite indotte dal lockdown e dal distanziamento sociale. Questo tempo sospeso, drammatico per la chiusura dei luoghi di cultura, è stato anche il tempo, proficuo, del pensiero e della programmazione. Gli esiti del processo sono notevoli e alcune istanze sono già state accolte nel bando cultura #RE20/21, o riportate nel processo di costruzione del piano strategico del turismo, attuate nelle realizzazioni di arte pubblica, negli eventi di cultura diffusa e open air, nei progetti con i giovani. E tante altre istanze vogliamo accogliere nella programmazione dei prossimi anni”.

“Il processo partecipativo – dice Andrea Pillon di Avventura Urbana, che ha accompagnato l’Amministrazione nella realizzazione del progetto – ha dovuto adattarsi alle esigenze e alle limitazioni imposte dalla pandemia. Nonostante le difficoltà incontrate, l’Amministrazione e i partecipanti hanno saputo adattarsi con successo alle condizioni imposte, riuscendo a discutere e proporre, seppur con modalità differenti, azioni e progetti che potranno essere realizzate nel prossimo futuro. Il processo partecipativo è stato condotto da funzionari degli uffici comunali e delle fondazioni culturali che hanno contribuito ad alimentare le discussioni, portando all’interno dei tavoli di lavoro le proprie competenze, conoscenze e professionalità”.

IL PROCESSO PARTECIPATO – I 23 tavoli di discussione avviati a febbraio 2020 avevano l’obiettivo di individuare gli elementi essenziali della visione di sviluppo culturale della città e di definire le linee strategiche di azione da implementare sul territorio. Si sono concentrate su cinque aree tematiche, per permettere ai partecipanti di suddividersi in base alle proprie competenze e ai propri interessi. I temi variavano dalle “parole della cultura”, ovvero i concetti chiave su cui si sarebbero dovute concentrare le iniziative, ai “luoghi della cultura” e alla “cultura nei quartieri”, per chi preferiva focalizzarsi sulla dimensione spaziale e geografica delle proposte. Inoltre, sono stati previsti due tavoli più tematici, sulla promozione dei diritti e delle pari opportunità e sulla cultura e marketing territoriale, volti a riflettere sulle esigenze specifiche di questi due ambiti.

Dagli incontri, realizzati sia in presenza che in modalità on line e coadiuvati da questionari, è emersa la pluralità di esigenze, punti di vista e proposte delle istituzioni, associazioni culturali, cooperative, semplici cittadini.

Alcune delle istanze emerse sono state integrate nel ‘Bando #RE20/21 La cultura non starà al suo posto’, come risposta concreta alle preoccupazioni dei cittadini e degli operatori, in una fase molto delicata della gestione della pandemia. L’emergenza sanitaria ha infatti messo in evidenza i problemi, la vulnerabilità e la sostenibilità del sistema culturale e il suo ruolo trasversale, che tocca temi scomodi, sostiene e cura.  L’ascolto del territorio realizzato ha quindi consentito di comprendere nel bando azioni di sostegno al mondo della cultura, come ad esempio l’aumento delle risorse (portate a 160mila euro) e la possibilità di estendere la durata dei progetti fino a 15 mesi.

Altre istanze sono già state accolte nelle progettualità messe in campo quest’anno: progetti ed eventi di cultura diffusa e arte pubblica e open air, progetti trasversali di cultura e fragilità e cultura e pari opportunità; numerosi spunti, inoltre, sono stati posti all’attenzione degli stakeholders nel percorso di costruzione del piano strategico del turismo.

Le oltre 50  proposte e macro-obiettivi individuati dai diversi tavoli tematici sono stati raccolti in un unico documento, raggruppati per ambiti e poi presentati ai partecipanti stessi con un’ultima sessione di incontri, svoltasi in autunno, per accogliere integrazioni o modifiche. Gli ambiti su cui si sviluppano sono: rafforzare il dialogo tra associazioni e istituzioni; utilizzare nuovi spazi, favorire spazi di dialogo, accessibilità e democratizzazione; creare una rete e una comunicazione condivisa; promuovere turismo e marketing territoriale; fare cultura con i giovani.

Queste proposte, parte delle quali verranno illustrate nel dettaglio giovedì, costituiranno ora la base a partire dalla quale il Comune di Reggio Emilia vorrebbe lavorare nei prossimi anni, al fine di attivare nuove progettualità – o di valorizzare quelle esistenti – in ambito culturale.

 

I NUMERI DEL PROCESSO PARTECIPATO – 15 mesi di lavoro; 23 tavoli di lavoro in presenza; una quarantina di tavoli di lavoro in modalità on line; 450 persone coinvolte e 140 organizzazioni rappresentate; 8 servizi del Comune sono coinvolti (cultura, musei, biblioteche, turismo, pari opportunità, partecipazione, comunicazione); 33 facilitatori: dipendenti dell’amministrazione e delle fondazioni culturali che hanno organizzato e coordinato gli incontri; un’assemblea plenaria (450 persone al teatro Ariosto, febbraio 2020); una sessione plenaria di restituzione online; 6 incontri di formazione/coordinamento dei facilitatori; 6 ambiti strategici individuati; 50 proposte e macro azioni elaborate dai tavoli di lavoro.

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