Foto: Google Maps

Proseguire nel percorso di valorizzazione di Palazzo Solmi, destinato a ospitare la ‘Casa della modenesità’ in cui troveranno spazio elementi della storia, della cultura e della tradizione locale come il Museo del burattino. È l’invito che, nella prospettiva dell’acquisizione di una parte dell’edificio da parte del Comune grazie al Federalismo demaniale, rivolge all’Amministrazione l’ordine del giorno presentato nel Consiglio comunale di Modena, nella seduta di giovedì 14 gennaio, da Federica Venturelli per il Pd e sottoscritto anche da Sinistra per Modena e Modena civica. Il documento chiede pure di coinvolgere nel percorso di rigenerazione dell’immobile anche la rete culturale cittadina.

L’Assemblea ha approvato la mozione con i voti dei proponenti, con l’astensione dei Verdi e col voto contrario di Lega Modena, Movimento 5 stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia
Nella presentazione del documento, la consigliera Venturelli ha ricordato che lo storico immobile di via Emilia centro ha rappresentato per secoli uno dei principali luoghi di cultura della città, svolgendo anche un ruolo significativo dal punto di vista dell’aggregazione. “Alla fine dell’Ottocento – ha spiegato la consigliera – dal balcone si affacciava la Famiglia Pavironica e Sandrone pronunciava i suoi discorsi. Più recentemente, ha ospitato una sala da ballo, un cinema e una sala da biliardo”. Venturelli ha quindi sottolineato che l’immobile entrerà nel patrimonio comunale, assieme al complesso di via Bonacorsa, alla chiesetta Ricci e all’ex colombofila di via Monte Kosica, in applicazione al Federalismo demaniale: “La richiesta di attribuzione da parte dell’Amministrazione – ha precisato – riguarda una parte del complesso dell’edificio costituita da alcuni locali in passato acquisiti dalla Soprintendenza, con la finalità di completare il restauro”. In quest’ottica, la salvaguardia di Palazzo Solmi, “la cui posizione è strategica per promozione del centro storico”, ha una valenza e una ricaduta di interesse pubblico “che possono essere affermate con questo piano di rigenerazione urbana”, ha osservato Venturelli.
L’ordine del giorno invita quindi la giunta a sviluppare il percorso che interessa Palazzo Solmi, già avviato da diversi atti dell’Amministrazione comunale, legando la proposta di valorizzazione culturale dell’immobile alla storia della città e del centro storico, cogliendo anche l’occasione “per ampliare l’offerta culturale di Modena, anche sul fronte delle tradizioni popolari locali”. In particolare, la mozione suggerisce di realizzare di “un centro culturale con la presenza di associazioni interessate a partecipare alla ‘Casa della modenesità’, tra cui la Società del Sandrone, storico riferimento culturale”.
Aprendo il dibattito per Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia, Elisa Rossini ha spiegato che “la giunta ha già deciso la destinazione di Palazzo Solmi e la discussione di oggi in Consiglio rappresenta un momento celebrativo a cui ci intendiamo sottrarre”. Inoltre, la consigliera ha definito “generica” la mozione.
Per Enrica Manenti (M5s) la mozione è “già superata da una recente delibera”. La consigliera ha poi contestato il fatto che “per parlare di cultura si parta dal contenitore, cioè dal palazzo, anziché del contenuto, ovvero i progetti. Siamo favorevoli alla valorizzazione delle raccolte locali, come quella dei burattini, ma non è questo il modo”.
Giovanni Bertoldi (Lega Modena), definendo “molto interessante” Palazzo Solmi, ha espresso perplessità per il piano di realizzazione di una ‘Casa della modenesità’. L’ipotesi progettuale è stata infatti definita “poco chiaro e arrabattato” oltre che “poco contestualizzata rispetto al contesto dell’immobile che si va a recuperare”.
Katia Parisi (Modena Civica) ha ricordato che la rigenerazione urbana costituisce un obiettivo dell’Amministrazione e quindi “sono positivi gli sforzi sul fronte del Federalismo demaniale”. La consigliera ha sollecitato “l’attivazione di un percorso che coinvolga anche il palazzo di via Bonacorsa”.
Paola Aime (Verdi), pur valutando positivamente il percorso che riguarda l’immobile di via Emilia centro, che consentirà di salvaguardare l’edificio, sarebbe stato più opportuno “spostarvi uffici comunali, come era previsto stato negli anni scorsi”. L’ipotesi avrebbe consentito di “recuperare appieno la struttura e di liberare altre sedi ora occupate dall’Amministrazione in affitto”.
Per il Pd, Irene Guadagnini ha sottolineato l’importanza di recuperare gli spazi di Palazzo Solmi “che hanno bisogno della nostra cura”. Secondo la consigliera l’ipotesi della ‘Casa della modenesità’ rappresenta “un esempio di cultura popolare diffusa che potrà interessare modenesi di diverse generazioni e di diversa provenienza”. Anche per Marco Forghieri è importante che la tradizione e la storia di Modena trovino spazio nell’immobile: “Il Museo dei burattini – ha detto – costituisce un esempio della cultura modenese, che, tradizionalmente, è sempre stata fluida senza richiudersi su se stessa. Inoltre, in futuro in questo luogo potranno trovare spazio anche altre idee”.

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