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“Al disagio giovanile non è sufficiente rispondere solo in chiave securitaria e, anzi, rischia di portarci fuori strada, colpendo l’effetto ma non interrogandoci sulla causa con il rischio di spingere ai margini i più vulnerabili. Il nostro impegno è, invece, rispondere ai bisogni di questi ragazzi, aprendo un confronto per i giovani e con i giovani, e coinvolgendo le famiglie”.

Lo ha detto Andrea Bortolamasi, assessore alle Politiche giovanili, rispondendo in Consiglio comunale, oggi, giovedì 14 gennaio, a un’interrogazione della consigliera Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della Famiglia) sul tema, sviluppato in più quesiti, delle cosiddette “baby gang” in centro e sulle strategie del Comune per intervenire, con attenzione, in particolare, all’educativa di strada.
“Ferma restando la doverosa tutela del convivere civile e il contrasto a ogni illegalità, il nostro impegno – ha proseguito l’assessore – è provare a rispondere alle nuove fragilità di ragazzi e ragazze: la pandemia ha contribuito a far esplodere una nuova questione giovanile figlia, anche, dell’inedita condizione che ha visto una generazione privata dei luoghi della formazione, didattica, sport, cultura, portando anche a Modena i fenomeni devianti che stanno interessando diverse città italiane”. Compito dell’amministrazione tutta, ha detto l’assessore, è cercare di capire come è cambiata la percezione della vita da parte di questi ragazzi e, di conseguenza, “cambiare le politiche giovanili, perché tanto è cambiato. Per questo, con l’indispensabile coinvolgimento delle famiglie, proviamo ad affrontare la questione con un approccio ampio e trasversale, che coinvolge più settori, e che è flessibile nelle modalità di svolgimento e gestione”.
Su queste basi, ha spiegato Bortolamasi, è strutturato il progetto di educativa di strada partito lo scorso ottobre e affidato alla cooperativa Caleidos: dalla fine di ottobre a dicembre 2020, gli operatori hanno fatto 27 uscite di educativa territoriale, sia a piedi che utilizzando il camper che il Comune ha dato in uso alla cooperativa, portando a termine 1.300 contatti (alcuni dei quali ripetuti) e distribuendo circa 800 mascherine, utilizzate anche occasione per spiegare ai ragazzi le disposizioni in vigore. Il servizio sarà attivo fino al 30 ottobre 2021, per un totale previsto di 1.400 ore, ed è stato assegnato per un importo di 30 mila 400 euro (finanziati dalla Regione Emilia Romagna). Un’ulteriore somma di 2.500 euro è stata spesa per le mascherine da distribuire ai ragazzi.
Il progetto di educativa di strada, come ha sottolineato l’assessore, è solo uno dei diversi interventi che il Comune ha attivato a favore degli adolescenti attraverso una rete articolata di servizi che coinvolgono più settori (Servizi sociali, Istruzione, Cultura, Sport e Politiche giovanili) e comprendono attività di formazione, informazione e prevenzione su temi come il bullismo, l’uso e l’abuso di sostanze, il gioco d’azzardo, oltre alla promozione di opportunità attraverso la rete Net garage, i centri di aggregazione giovanile, il Centro musica, lo sportello di orientamento. Con il progetto Comunità maiuscole, 60 ragazzi avranno, inoltre, l’occasione di effettuare un percorso di formazione e orientamento al lavoro. E proseguono gli interventi che coinvolgono i genitori per rafforzare le competenze educative e affrontare i problemi degli adolescenti.
“Il percorso intrapreso – ha aggiunto Bortolamasi – è, dunque, dare più trasversalità alle azioni partendo dai bisogni dei giovani e con l’obiettivo di dare pari opportunità, rispondere, in maniera attiva e proattiva a fenomeni di fragilità e marginalità e rafforzare gli elementi che per i giovani rendono attrattivo il nostro territorio”. Proprio nel 2020, ha spiegato ancora, è partito un dialogo con i diversi assessorati per declinare le diverse politiche del Comune, dall’urbanistica alla, mobilità, anche in chiave giovani, mettendo in rete i diversi servizi. “Il nostro intento – ha detto l’assessore – è portare il tema anche al Tavolo per la crescita in modo da confrontarci con la città, le associazioni e i corpi intermedi, per creare un sistema di relazioni e collaborazioni che ci deve rendere più pronti e incisivi verso un nuovo protagonismo giovanile, anche intercettando le risorse del Recovery Fund, per non far perdere il senso della socialità, intesa come relazione, responsabilità e costruzione comune”.
Sul tema dei controlli (“che sono stati numerosi, e, da parte della Polizia locale hanno portato all’identificazione di 25 ragazzi minorenni, alla contestazione di 4 violazioni amministrative per possesso di sostanze stupefacenti per uso personale e a 51 sanzioni per mancato uso delle mascherine”), l’assessore ha ricordato che si sono svolti in coordinamento tra tutte le Forze dell’ordine e che il sindaco ha interessato il Cosp. “Soprattutto però – ha spiegato – gli operatori hanno colto l’occasione per interagire con i ragazzi e ribadire le regole da rispettare sia in merito al Covid sia sui comportamenti da tenere nello spazio pubblico”.
In replica, la consigliera Rossini ha concordato sulla necessità di mantenere “una modalità di ascolto, prima che di denuncia, del disagio di questi ragazzi”. In un’ottica di “collaborazione per aiutare ragazzi e famiglie”, ha suggerito alcuni ambiti di azione: sicurezza, “nel senso di un’assunzione di responsabilità da parte dei ragazzi per evitare che succeda qualcosa di grave”; coinvolgimento delle famiglie che è “fondamentale”; passaggio dall’informazione alla formazione, “sui valori fondanti”.

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