Un mese di tempo per costruire insieme ai ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro, alle Istituzioni locali, all’azienda e ai sindacati un pacchetto che formalizzi un progetto di reindustrializzazione per la Fiac compressori di Pontecchio Marconi (Bo), assieme ad un piano sociale che accompagni la continuità produttiva.

Queste le conclusioni del tavolo convocato ieri sera dal ministero per lo Sviluppo economico, su richiesta della Fiom-Cgil, per trovare nuove soluzioni che evitino la chiusura dello stabilimento di Pontecchio Marconi e lo spostamento della produzione a Torino.

All’incontro in videoconferenza erano presenti  Stefano D’Addona, per il Ministero allo Sviluppo Economico; la sottosegretaria al Lavoro, Francesca Puglisi; l’assessore regionale allo Sviluppo economico e al Lavoro, Vincenzo Colla; l’amministratore delegato Alain Lefranc, in rappresentanza della proprietà Atlas Copco; Fausto Tinti della Città Metropolitana; il sindaco di Sasso Marconi, Roberto Parmeggiani;  i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, delle Rsu e di Confindustria Emilia Area Centro.

La proposta, avanzata dall’assessore Colla, è arrivata dopo che lui stesso ha dato notizia dell’interesse a rilevare la Fiac manifestato alla Regione da parte di un imprenditore. Lo stabilimento di Pontecchio Marconi, peraltro, è “ingolfato di ordini”, come hanno confermato i sindacati, che hanno registrato in questi mesi un aumento delle commesse e della produzione.

“Dopo l’accordo di luglio, a cui siamo arrivati non senza difficoltà per merito dei lavoratori che si sono mobilitati e hanno difeso con coraggio i propri diritti, come Regione vediamo una novità che ci permette di riaprire la discussione- affermato l’assessore-. Fiac è un’azienda storica che ha un impatto notevolissimo sul territorio, sia per l’occupazione che per l’indotto e non vogliamo lasciare nulla di intentato. Ricordo che nell’accordo si parla di reindustrializzazione e per quanto ci riguarda può vuol dire anche lasciare spazio a nuovi soggetti in grado di subentrare mantenendo la produzione ed evitando l’impatto sociale di una chiusura. Oggi, inoltre- chiude Colla- abbiamo strumenti legislativi nuovi che possono aiutarci a trovare convenienze reciproche con soluzioni sul piano produttivo e occupazionale”.

La posizione della Regione è stata condivisa dal sottosegretario Francesca Puglisi, che ha ricordato le possibilità per riqualificare le linee produttive e formare i lavoratori attraverso il fondo nuove competenze.

D’Addona ha confermato come il Mise abbia oggi diversi strumenti utili per supportare l’azienda, ha quindi assunto l’impegno a convocare già la prossima settimana un primo incontro tecnico per un confronto e la verifica di una via alternativa al trasferimento della produzione.

(immagine d’archivio)

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