Diventare avvocato è un’ambizione ancora forte nel nostro paese, perché rappresenta un lavoro di prestigio che, se svolto con passione ed impegno può portare a molte soddisfazioni.
Negli ultimi anni però c’è stata una sorta di demitizzazione di questo lavoro, dovuta ad un crescente numero di laureati in questo settore e sostanzialmente anche ad un cambiamento di esigenze e di tipologia di impegno. L’avvocato infatti è diventato anche un consulente e ha avuto accesso anche a carriere aziendali che fino ad un decennio fa non erano così scontate.

La giurisprudenza quindi sebbene la si veda ancora “classica”, ha in realtà conosciuto diverse novità e ben si è allineata all’attualità.
Chi decide quindi di diventare un futuro giurista ha davanti a sé opportunità diverse, con accesso alle carriere più disparate

La formazione
Si parte ovviamente dalla laurea in giurisprudenza. Per alcuni è già questo il 1° ostacolo. Si ritiene infatti erroneamente che ci sia bisogno di una memoria di ferro e una passione per i soli numeri per passare gli esami più ostici.
Come per tutte le cose della vita in realtà, quello che conta veramente, è la passione per la facoltà scelta. Può sembrare una riflessione banale, ma arrivare a risultati soddisfacenti è sempre dipendente dalla volontà e dall’impegno, che possono sgorgare copiosi solo se ama il proprio lavoro. La possibilità di ottenere il titolo anche iscrivendosi ad una delle università telematiche presenti sul territorio italiano come Unicusano, può essere un vantaggio in più per lo studente. Scegliete dunque il vostro  percorso accademico spinti da ciò che davvero mi piace e vi sorprenderete delle capacità che sarete in grado di tirare fuori!

Civile o penale: è quello il dilemma!
Un altro “ostacolo” della formazione in giurisprudenza è la scelta della specializzazione. Ci si interroga sul civile o sul penale, partendo da un assunto completamente sbagliato: il civile è meno impegnativo del penale. Il civile ha una vastità di argomenti dei quali interessarsi e ciascun avvocato, dopo il conseguimento della laurea, si troverà di fronte ad una mole di applicazioni davvero sorprendenti. Rispetto al penale, inoltre, il civile risente maggiormente di modifiche e aggiornamenti con una conseguente costante necessità di verificare le informazioni.
Il penale è ovviamente sostanzioso quanto il civile, ma ha una conformazione un po’ più statica, sebbene in alcuni contesti rappresenta anche un rischio.
Come per la scelta della facoltà, anche in questo caso, lasciatevi guidare dalle vostre preferenze. Sia nell’uno sia nell’altro ramo della legge potete avere enormi soddisfazioni.

Sbocchi lavorativi
Per anni si è parlato di esubero dei laureati in giurisprudenza: diventare avvocato sembrava paradossalmente commettere un reato!

Il numero non è basso, sono circa 250.000 gli iscritti all’albo nel 2018, ma il numero di nuovi iscritti è in crisi, gettando un’ombra su questo settore. C’è inoltre un calo della formazione ultra specialistica che occorre per esempio per diventare magistrato, una delle carriere più difficili. Questo però dipende anche da una mancata consapevolezza delle reali opportunità della facoltà.
Oltre all’impiego nel settore privato, la laurea in giurisprudenza consente di intraprendere la carriera nel settore della pubblica amministrazione e di partecipare ai concorsi dei settori militari. Ha dunque enormi potenzialità, che consentono i laureati di spaziare tra diverse professioni e di aspirare anche a carriere di vertice.

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