Dieci anni di chirurgia robotica della tiroide. 573 interventi svolti dall’equipe di Chirurgia Generale d’Urgenza e Nuove Tecnologie dell’Ospedale Civile di Baggiovara, diretta dalla dottoressa Micaela Piccoli. Correva, infatti l’anno 2010, ed esattamente il 7 settembre, quando per la prima volta l’equipe chirurgica dell’UOC di Chirurgia Generale del Nuovo Ospedale Sant’Agostino-Estense di Modena, allora diretta dal professor Gianluigi Melotti, formata dalla dott.ssa Micaela Piccoli, dalla dott.ssa Barbara Mullineris e dal dott. Giovanni Colli, asportava un tumore della tiroide, utilizzando il Robot Da Vinci (uno dei primi modelli), approcciandola dall’ascella. Giovedì 10 settembre il 2020, la ricorrenza sarà celebrata da un Webinar che vedrà collegati tutti i maggiori centri di endocrinochirurgia italiani.

“All’inizio – spiega la dott.ssa Micaela Piccoli, ora Direttore della Chirurgia Generale, d’Urgenza e Nuove Tecnologie dell’Ospedale di Baggiovara – la comunità scientifica italiana espresse tanta perplessità per una tecnica, difficile, non accessibile a tutti, e con molte limitazioni soprattutto relative ai costi della tecnologia. Oggi siamo riusciti a dimostrare la bontà di quell’intuizione perché il rapporto costi benefici della metodica è ampiamente a favore della tecnica robotica. Lo dimostra il fatto che pochi mesi dopo di noi, cominciò Pisa. Il nostro centro, infine, ha un riconosciuto ruolo di livello nazionale, ma anche internazionale che ci ha consentito di favorire la nascita altri tre centri in Italia: Ancona, Napoli e a Bari”. Modena è invitata in numerose occasioni scientifiche ad operare in diretta in loco o via streaming. Riconosciuto anche il ruolo da parte della Scuola Italiana di Endocrinochirurgia della SIC (Società Italiana di Chirurgia) che ha affidato alla Scuola di Modena l’insegnamento della chirurgia robotica della tiroide

“Il 10 settembre 2020 per festeggiare, insieme all’Ospedale Cisanello di Pisa, questo importante decimo compleanno, abbiamo organizzato un evento scientifico, un ”webinar” – racconta la dott.ssa Micaela Piccoli, ora Direttore della Chirurgia Generale, d’Urgenza e Nuove Tecnologie dell’Ospedale di Baggiovara – cioè un congresso via web e saremo collegati con tutto il mondo endocrinochirurgico italiano, rappresentato dai membri della Società Italiana Unitaria di Endocrinochirurgia (SIUEC). Parteciperanno anche i tre centri tutorati che attualmente hanno dei numeri importanti e che descriveranno la loro esperienza. Riceveremo un grande abbraccio con gli Auguri di buon compleanno da parte della comunità scientifica endocrinochirurgica italiana che all’inizio si era mostrata scettica e che ora ci premia per aver perseverato nel nostro lavoro”.

Prima di avventurarsi nella nuova metodica, l’equipe modenese imparò dal chirurgo coreano, il prof. Woong Youn Chung, che poi è diventato il loro maestro, che aveva eseguito tre interventi, per la prima volta in Europa, a Forlì, qualche mese prima. “Ci preparammo – ricorda la dottoressa Piccoli – andammo anche in Korea, e quindi trovammo una paziente disponibile ad essere non solo la prima paziente operata in Italia, da un’equipe totalmente italiana, ma soprattutto la prima paziente per l’equipe modenese. La paziente si fidò di noi e l’intervento andò bene, aprendo la strada a questa nuova metodica”.

In questi 10 anni la scuola chirurgica modenese è arrivata ad operare con la tecnica robotica 573 pazienti (la più vasta casistica nel mondo occidentale, pubblicata in letteratura) per patologie tiroidee e paratiroidee, ed oggi questa procedura è ormai assolutamente consolidata e può essere eseguita in circa il 20% dei pazienti candidati a tiroidectomia, con risultati ottimali, sovrapponibili ed in alcuni casi anche migliori a quelli della chirurgia tradizionale open.

“Esistono specifiche indicazioni e controindicazioni – precisa la dott.ssa Barbara Mullineris Responsabile dell’UO Semplice di Endocrinochirugia, all’interno dell’UOC di Chirurgia Generale di Baggiovara – relative non solo al volume della ghiandola tiroidea, che deve essere inferiore ad un target ben definito, ma anche alla tipologia della patologia e alle caratteristiche del paziente (habitus e condizioni generali). La soddisfazione maggiore è data dalla possibilità di trasmettere la tecnica ad altri colleghi e vederla riprodurre. Questo è un forte collante tra professionisti, offrendo sicurezza ai colleghi che si affacciano alle nuove tecniche e garantendo sempre la massima attenzione al paziente”.

“Il nostro gruppo è cresciuto insieme. Sotto la guida delle dott.ssa Piccoli, ci siamo progressivamente autonomizzati. Il concetto di Scuola, ovviamente, è partito e si sviluppa soprattutto al nostro interno coinvolgendo ogni volta nuove forze. Ultimamente anche il Dott. Davide Gozzo, della nostra equipe è in addestramento per iniziare un altro giro di formazione volto alla finale autonomia” – commenta il dott. Giovanni Colli.

“È vero, la chirurgia robotica è una chirurgia tecnologica costosa che quando utilizzata, però, all’interno di piattaforme multispecialistiche come quelle dell’Azienda Ospedaliera di Modena riesce ad essere ottimizzata – Sottolinea la dottoressa Piccoli – I costi sono destinati a diminuire come per tutte le tecnologie innovative. E, comunque, dal futuro non si può evadere. Il nostro sistema sanitario nazionale si sta rendendo conto di quanto sia importante investire sull’innovazione tecnologica per garantire qualità e sicurezza”.

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