L’Osservatorio Geofisico di Unimore fornisce il bilancio meteo del mese di luglio e fa una prima valutazione dei dati di agosto. Sulla base dei dati misurati dalla rete delle stazioni meteorologiche che fanno capo all’Osservatorio, il mese di luglio 2020 va in archivio come mese “caldo e temporalesco”, senza particolari anomalie a Modena ma con un record di pioggia giornaliera a Reggio Emilia. Il nubifragio del 3 agosto nella zona est di Modena poi presenta valori incredibili di vento, 125 km/h, e di pioggia in breve periodo.

L’analisi dei dati di luglio raccolti dai sensori posizionati in Piazza Roma, a Modena, hanno registrato una temperatura media mensile pari a 26.2°C con uno scostamento di più 0.8°C dalla media climatologica trentennale di riferimento calcolata tra il 1981 e il 2010.

Nonostante i frequenti temporali e alcune giornate relativamente fresche, il mese di luglio si colloca in 19esima posizione come mese più caldo dall’inizio delle misurazioni in Osservatorio (a pari merito con il 1985 e il 1995). Non è certamente un record, niente a che vedere con il record di temperatura media pari a 29.4°C del 2015 o, andando indietro solo di un anno, con la media di 27.1°C dello scorso luglio 2019.

Anche se il mese è stato percepito “fresco”, forse perché ormai abituati alle scorse estati straordinariamente calde, non bisogna dimenticare che le temperature risultano comunque in aumento negli anni.

Le temperature misurate dall’Osservatorio in Piazza Roma hanno oscillato tra un minimo di 18.2°C ed un massimo di 35.5°C. I valori non sono risultati particolarmente anomali, se si fa riferimento ai dati storici, la temperatura minima registrata in luglio è stata pari a 10.2°C nel 1879, mentre la temperatura massima in assoluto è stata pari a 38.5°C nel 1983.

Il giorno 30 luglio è risultato il più caldo del mese, anche se non il giorno più caldo dell’anno. Le temperature minime e massime registrate quel giorno nella stazione di Piazza Roma sono state rispettivamente pari a 25,7°C e 35,5°C. Temperature elevate ma lontane dai record e comunque in linea con questo periodo che climaticamente è il più caldo dell’anno

Le precipitazioni registrate nel mese di luglio 2020 sono risultate superiori alla media, ma non da record: 69.8 mm registrati in Piazza Roma, superiori dell’81% ai 38.4 mm registrati nella serie trentennale di riferimento 1981-2010. I “record” di precipitazione per il mese di luglio si erano registrati nel 1833 con ben 217 mm e nel 2002 con 138.6 mm. Anche il luglio dello scorso anno, con 76.6 mm, è stato più piovoso del mese appena concluso.

La stazione meteorologica di Modena Campus ha registrato una temperatura media mensile pari a 25.2°C con la temperatura minima più bassa pari a 13.7°C e la temperatura massima pari a 36.3°C. Le precipitazioni registrate a Modena Campus sono in linea con le misure effettuate in Piazza Roma: in totale sono caduti 92.3 mm di precipitazione ed il giorno più piovoso ha registrato 56.9 mm di precipitazione.

La stazione meteorologica di Reggio Emilia, funzionante dal 2013, ha rilevato una temperatura media mensile pari a 25.5°C, con il valore minimo di 14,2°C e il massimo di 37°C.  Nella stessa città, un intenso nubifragio nella giornata del 4 luglio scorso, ha portato la caduta di 117.3 mm di precipitazione in un solo giorno, dato finora mai registrato dalla stazione. Nel mese di luglio non si sono mai avute precipitazioni cosi abbondanti. La somma mensile delle precipitazioni sale pertanto in questa stazione a 132.2 mm.

Analisi dei dati dei primi giorni di Agosto

Alle giornate molto calde dei primi giorni di agosto sono seguiti violenti temporali che hanno causato diversi danni, con qualche problema anche all’Osservatorio Geofisico di Unimore. Il 1 agosto si aggiudica, per il momento, il titolo di “giorno più caldo del 2020”. Le temperature registrate risultano pari a: 36,1°C a Modena Osservatorio in Piazza Roma, a 37,8ºC a Modena Campus e a 38,1ºC a Reggio Emilia.

“Siamo così ai valori più alti di questo anno – affermano Luca Lombroso, Sofia Costanzini e Francesca Despini dell’Osservatorio Geofisico di Unimore – lontani dai record assoluti e dai picchi raggiunti lo scorso giugno 2019. Preme però sottolineare che questo caldo era poco frequente fino al 2000, giornate come il 1 agosto 2020 si presentavano in media una volta ogni 10 anni, mentre è ora una nuova normalità, dal 2000 a oggi valori superiori ai 36°C in Osservatorio con picchi di 38°C nelle zone più calde del territorio avvengono in media ogni 2 anni”.

Domenica 2 e lunedì 3 agosto si sono poi susseguiti violenti temporali, con intense precipitazioni accompagnate da grandinate e burrascose raffiche di vento. I dati sono in corso di validazione in questi giorni, ma si segnalano raffiche fino a 88 km/h in Osservatorio il giorno 2 agosto. Durante lo stesso fenomeno, sempre alla stazione di Piazza Roma sono stati rilevati, lunedì 2 agosto, 23.9 mm di pioggia, con un picco di 9.4 mm in 5 minuti. Il giorno 3 agosto poi la stazione sperimentale presente sul terrazzo del Policlinico ha registrato un dato che lascia stupiti, di ben 125 km/h alle ore 14:50.

“Lo consideriamo – afferma lo staff dell’Osservatorio – un dato preliminare e da validare, ma la dinamica dell’evento osservato e i danni avuti nella zona, rende credibile questo valore che sarebbe così il nuovo record assoluto di vento per le nostre stazioni meteo. Nel dettaglio, questo vento è stato generato dal fenomeno noto in bibliografia “wet downburst”, un vento lineare discendente accompagnato da pioggia torrenziale. Sebbene venga spontaneo pensare, per i non esperti, si tratti di ‘tromba d’aria’, in realtà il fenomeno, la dinamica e anche il tipo di danni è molto diverso dal tornado o tromba d’aria che, ricordiamo, sono la stessa cosa”.

A conferma di un nubifragio che, almeno fino ad oggi, possiamo classificare come il più intenso mai registrato con dati strumentali, presso la stazione Modena Campus, invece sono stati rilevati complessivamente 36.8 mm di precipitazione con un picco di massima intensità in 5 minuti fra le 14.50 e 14.55 in cui sono caduti 17.3 mm. La precipitazione totale dell’evento di per sé non è straordinaria, ma l’intensità su breve periodo, nei 5 minuti che intercorrono fra le due acquisizioni di dati del datalogger, rappresentano la più alta intensità di precipitazione su breve periodo mai registrata dalle stazioni meteorologiche automatiche in funzione dal 1988.

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