In Emilia-Romagna il settore del trasporto pubblico non di linea, occupa circa 3.000 persone, tra titolari di licenze taxi e autorizzazioni di noleggio con conducente, a cui bisogna aggiungere circa 700 addetti (tra sostituti e collaboratori), e almeno 200 dipendenti tra le varie cooperative e consorzi presenti in Regione. Solo nella provincia di Modena, il settore conta circa 350 aziende con più di 1.000 addetti, i cui posti di lavoro potrebbero essere messi a rischio dal prolungarsi delle difficoltà per gli operatori del trasporto pubblico non di linea.

La categoria dei tassisti e del noleggio con conducente versa in una profonda crisi, poiché da oltre 4 mesi si trova ad operare in condizioni di evidente rimessa economica a causa della flessione della domanda di trasporto, arrivata a toccare il 90% nei mesi di marzo e aprile. Una crisi che è perdurata anche nei mesi di maggio, giugno e luglio. Seppur mostrando segni di una lenta ripresa, gli scenari per il prossimo futuro disegnano situazioni molto distanti da un ritorno alla normalità, che non potrà avvenire prima di un anno.

Pur operando in rimessa, con senso di responsabilità e correndo tutti i rischi di contagio da Covid-19, i tassisti e i noleggiatori con conducente non si sono mai fermati rispettando gli obblighi di servizio previsti per le attività pubbliche ed essenziali e restando a disposizione dei cittadini bisognosi, seppur con modalità di turnazioni che hanno previsto un numero di giornate lavorative e di orari fortemente ridotti rispetto a quelli ordinariamente previsti.

“Ad oggi – interviene il portavoce di CNA per il comparto del trasporto con conducente, Federico Sandri – nessun provvedimento specifico a sostegno e a tutela della categoria è stato adottato dalle Istituzioni, a nessun livello, dimenticando l’importanza strategica di un settore che è integrativo al trasporto di linea. La categoria dei tassisti e del noleggio con conducente opera in maniera significativa nella filiera del turismo, ma non beneficia neppure degli interventi riconosciuti a questo settore, con il rischio di portare al fallimento un sensibile numero di aziende”.

“È già da ora evidente – continua Sandri – che una parte importante della categoria non sarà in grado di onorare i pagamenti moratorie di contributi, finanziamenti e leasing che si stanno avvicinando, con evidenti ricadute negative su tutto il sistema”.

Le Associazioni di rappresentanza della categoria hanno avanzato la richiesta di valutare politiche attive per incentivare la domanda di trasporto, attraverso l’emissione di buoni mobilità o modalità affini, inclusi benefici per le aziende quali la detassazione dei servizi di mobilità dei dipendenti. Nonostante un’interlocuzione avviata con l’Assessore regionale ai trasporti Andrea Corsini da cui è stata ottenuta la disponibilità a intervenire su politiche di rilancio della domanda, ad oggi non è ancora noto come e quali siano le risorse realmente a disposizione.

“Come conseguenza di questa grave situazione – conclude Sandri – le Associazioni di categoria rappresentative a livello regionale del servizio taxi e del noleggio con conducente hanno invitato il Presidente Stefano Bonaccini a farsi parte attiva con il Governo per l’adozione di provvedimenti che tengano in debita considerazione il comparto e permettano alle imprese di superare il momento di crisi e l’Assessore regionale Andrea Corsini a definire con urgenza gli interventi da adottare per il rilancio della domanda e l’entità economica delle risorse che possono essere messe a disposizione”.

La comunicazione è stata fatta attraverso una lettera inviata all’Amministrazione Regionale e alle varie Amministrazioni comunali e Prefetture coinvolte con la quale è stata formalizzata la proclamazione dello stato di agitazione del settore a far data dal 22 luglio 2020.

 

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