Sabato 18 luglio al parco Matilde di Carpineti è in programma un nuovo appuntamento della rassegna “Scarpazzoniamo nel parco”, promossa da Carpineti da Vivere. Il ritrovo è alle 17 nella zona verde del paese, dalle 18 si potrà assistere a un dibattito sul farro.

Sabato 18 luglio il protagonista è infatti il farro, ma attenzione c’è farro e farro sempre coltivato in appennino: lo troverete nel pane e nello scarpazzone. Ne parleremo con Maurizio Sentieri e Clementina Santi e incontreremo i produttori: Allegra fattoria, Az.Agr.Demetra e Az.Agr.Santa Barbara e assaggeremo il pane di Grani e Mani/Forno Gualtieri e lo scarpazzone del forno Giberti. Domenica 19 luglio tocca al laboratorio per bambini “Facciamo lo scarpazzone”, in collaborazione con la biblioteca locale. Info 3356655624 – info@carpinetidavivere.it www.carpinetidavivere.it.

Con questa rassegna gastronomica che abbraccia tutta l’estate e che non ha pari in appennino e che non si vedeva da anni da quando c’era la rassegna di Buon Appennino di cui questi nostri eventi sono gli eredi dei quali uno dei cibi protagonisti era appunto lo scarpazzone con la sua festa. Con questa rassegna Carpineti si conferma la piccola capitale gastronomica dell’appennino reggiano.

Una rassegna che da un lato valorizza e recupera la tradizione gastronomica dei luoghi, cioè non si allontana dal gusto delle cose buone e semplici che le nostre case e le nostre razdore hanno coltivato nella quotidianità senza mai ostentarla (lo scarpazzone, il savurett, i casagai, i cappelletti,..); dall’altro guarda al futuro cioè alle giovani generazioni e mette in campo dei laboratori in cui fra narrazioni ed esperienza possono imparare cose nuove sulla nostra terra, i genitori che scoprono segreti sui cibi conosciuti e i bambini che imparano a riconoscere dei gusti nuovi anche una educazione al gusto.

Però questa rassegna si guarda anche intorno in una visione allargata e non tralascia per esempio la pizza, le carni che sono un argomento nuovo che ci riconduce a quella cultura dei campi fino ai tempi di Matilde di Canossa

Noi crediamo che una parte importante sia lasciata alla narrazione a cura di Clementina Santi e per questo avremo esperti di livello nazionale quali:

Maurizio Sentieri autore di diversi libri di storia e antropologia dell’alimentazione fra i quali “l’Orto ritrovato” e il recentissimo “Cibum Nostrum, mito e rovina della dieta mediterranea “, nutrizionista riconosciuto e ha lavorato per il Ministero della pubblica istruzione, Ermanio Beretti autore di un progetto sul recupero dei frutti antichi, Enrico Bussi professore e perito agronomo specializzato negli allevamenti dell’Appennino; Fulvia Salvarani presidente associazione del cappelletto reggiano che ha pubblicato il disciplinare sul cappelletto reggiano che forse vincerà la sua battaglia contro il cappelletto modenese e con l’agnolino di Parma.

Non è di poco conto che in tempi di post covid e di bisogno di spazi salubri, verdi e liberi tutto questi eventi si collocano nel parco Matilde di Carpineti al centro del paese, che porta il nome di questa contessa che nove secoli fa ha riconosciuto il valore dei campi e di chi li lavorava.

Questa rassegna raccoglie dimostra che in questo lembo di appennino non abbiamo mai trascurato la storia dei cibi e ora la ritroviamo qui affidata ai produttori che hanno capito che non è bello non solo produrre cibo ma anche raccontarlo.

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