Erano le due di notte del 25 maggio scorso quando un quarantenne pregiudicato napoletano, da qualche tempo domiciliato a Carpi, accede al pronto soccorso con la mano sinistra bucata da un proiettile. Le sue condizioni sono gravi.

I sanitari chiamano i carabinieri della Compagnia di Carpi che, subito, si presentano in ospedale per capire cosa fosse accaduto. L’uomo racconta di essere stato avvicinato, qualche ora prima, da due individui dell’est Europa i quali, volendolo rapinare del suo Rolex, gli avevano puntato una pistola “simile a quella che avete voi”.

Nel tentativo di sottrarsi alla traiettoria dell’arma, l’uomo aveva tentato di spostare la pistola mettendoci la mano sinistra davanti. A quel punto, però, sarebbe partito un colpo che gli ha trafitto il palmo, mandandogli in frantumi ossa e tendini. I due malviventi, dopo avergli sfilato l’orologio, si sarebbero allontanati a piedi. Lui, dopo essersi cambiato i vestiti insanguinati, sarebbe poi stato accompagnata in ospedale.

non vorrà dire dove realmente abita. Partono le indagini e la versione fornita dall’uomo inizia da subito a scricchiolare. Dei vestiti insanguinati nessuna traccia, dei rapinatori neppure. La storia raccontata è fasulla. Ieri pomeriggio, quindi, i militari della Compagnia di Carpi, dopo averlo attentamente monitorato, hanno fatto irruzione all’interno di un appartamento di Via Brennero, dove di fatto lui dimora; sul muro della piccola sala da pranzo, nascosto da un quadro, è stato trovato il buco provocato dal proiettile esploso; l’uomo, maneggiando incautamente una semiautomatica detenuta illegalmente, si era sparato nella mano. Dovrà rispondere di simulazione di reato e di detenzione abusiva d’arma da fuoco

 

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