Oggi più che mai i cambiamenti climatici sono uno dei grandi temi fondamentali della nostra epoca, come conseguenza del riscaldamento globale eventi meteorologici estremi e una volta straordinari stanno diventando la quotidianità. Cosa ci attende e cosa si può fare quindi a livello locale? Come si sta trasformando il nostro territorio e quali sfide e opportunità attendono anche le nostre pmi? Il meteorologo Luca Lombroso ha cercato di rispondere a questi quesiti e ha posto l’attenzione su uno dei temi letteralmente più ‘caldi’ del 2020 attraverso un incontro promosso da Lapam dal titolo “Il clima è già cambiato: Impatti e azioni dal locale al globale” svoltosi in sala Loria a Carpi in collaborazione con Cop 25 Carpi, Carpitransizione e commissione ‘Laudato Sì’ della Cattedrale di Carpi.

La sala, gremita di imprenditori, associazione e tanti studenti, ha ascoltato con grande attenzione le parole di Lombroso che è stato introdotto dal presidente Lapam di Carpi, Riccardo Cavicchioli e dal sindaco di Carpi, Alberto Bellelli. Il divulgatore (molto noto anche per le sue apparizioni in televisioni nazionali) ha spiegato come non esista un’unica soluzione al cambiamento climatico ma diversi fattori e azioni possano contribuire a migliorare quella che è, attualmente, una situazione difficile ma ancora recuperabile se si inizia da subito a ridurre le emissioni di C02 per arrivare a livelli minori verso il 2040. Risulterebbe invece impossibile invertire la rotta se il cambiamento dovesse arrivare dopo il 2028.

“Stiamo cambiando zona climatica – ha detto Lombroso – quelle che prima erano le temperature medie nel centro Italia ora stanno diventando la normalità nel nostro territorio, con il rischio che fra 50 anni le temperature potrebbero aumentare di 1,5/2 gradi nella migliore delle ipotesi o di 4 nelle peggiore, con conseguenze nel secondo caso, completamente ingestibili per l’uomo. Finora abbiamo fallito perchè nessuno vuole assumersi le proprie responsabilità, si cerca un colpevole esterno ma i cambiamenti devono partire prima di tutto da noi, a livello comportamentale. E’ dunque necessario partire da una sensibilizzazione delle persone al fine di cambiare valori e azioni per riuscire ad arrivare a mantenere e rafforzare i cambiamenti”.

Lombroso, reduce dalla Cop25 di Madrid, nella quale non si è riusciti a trovare un accordo sul nodo centrale del mercato del carbonio (“ma non chiamatelo fallimento” chiosa lo scienziato), ha presentato quella che è una classifica dei paesi ‘buoni’ e ‘cattivi’ nella ricerca di una soluzione: l’Italia con tutta l’Unione Europea, è nel primo gruppo contrapposta a paesi tra cui Stati Uniti ed Australia inseriti tra i meno virtuosi. Si è parlato, naturalmente, anche del ruolo delle imprese, specie delle piccole e medie che, secondo Lombroso, “possono giocare un ruolo importante, anche nell’ottica di una economia circolare che favorisce la riduzione degli scarti e dei rifiuti. La transizione a questa economia va però accelerata”. Rispondendo alle tante domande ricevute dal pubblico, Lombroso ha inoltre sottolineato come mai prima di oggi si sono visti così tanti ragazzi coinvolti in movimenti sul clima, e questo non può che essere positivo.

Il finale è stato per il segretario generale Lapam, Carlo Alberto Rossi: “Insisteremo nel proporre eventi come questo, è necessario lavorare anche sotto il profilo culturale e dare strumenti a imprenditori e cittadini per combattere i cambiamenti climatici e cogliere le opportunità di sviluppo che ne conseguono”.

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