Cambiano le procedure per fare interventi con scavi su suolo pubblico. Dall’1 marzo chi interverrà su aree pubbliche deteriorando il manto stradale dovrà fare il ripristino provvisorio della pavimentazione e pagare una quota al Comune di Modena sostitutiva dell’intervento di ripristino definitivo, così come avviene già in altre province. Sarà l’Amministrazione a occuparsi dell’asfaltatura finale inserendola in una più ampia programmazione di manutenzioni annuali con l’obiettivo di contenere l’effetto rattoppo e di aumentare la sicurezza per gli utenti della strada.

Il Consiglio comunale nella seduta di giovedì 19 dicembre ha infatti approvato all’unanimità il Regolamento per l’esecuzione di lavori di scavo e ripristino su aree pubbliche del territorio del comune di Modena illustrato dall’assessore ai Lavori pubblici Andrea Bosi.

L’onere per il deterioramento del patrimonio stradale, calcolato sulla superficie di scavo a differenza dell’attuale ripristino finale previsto su una superficie molto maggiore, nei fatti, risulterà anche inferiore ai costi che il soggetto sosterrebbe realizzando a suo carico l’intervento. L’impegno economico da corrispondere all’Amministrazione potrà quindi essere di 45 o 90 euro al metro quadrato a seconda che lo scavo sia funzionale al rinnovo di reti, posa nuove linee e similari, o sia uno scavo per allacciamenti, esecuzione di rattoppo e altri interventi di natura puntuale.

“Il Regolamento – ha spiegato l’assessore – che entrerà in funzione dall’1 marzo 2020, affianca il Disciplinare scavi attualmente vigente, di natura per lo più tecnica, e ha l’obiettivo di migliorare la qualità del suolo stradale interessato dai lavori di scavo e di garantire maggior sicurezza ai fruitori della strada. Le novità introdotte – ha aggiunto – mirano inoltre a ottimizzare i tempi di rilascio delle concessioni, a rafforzare le azioni di controllo sulle attività di scavo in corso e nel post intervento e a creare le condizioni per creare un’anagrafe dei sottoservizi”.

Le aziende fornitrici di pubblici servizi saranno infatti tenute a presentare le mappe delle reti dei sottoservizi di loro proprietà e dell’intervento da realizzare. Tale provvedimento, che allineerà la normativa comunale alle leggi nazionali e comunitarie di settore, consentirà al Comune di avere conoscenza delle infrastrutture fisiche presenti nel sottosuolo senza dover effettuare ogni volta consultazioni con le aziende dei pubblici servizi, di gestire in modo ottimale le molteplici situazioni di interferenze nel sottosuolo risolvendo eventuali problematiche già in fase di progettazione.

Per ogni scavo e ripristino nelle aree pubbliche o di uso pubblico del territorio comunale, inoltre, il Regolamento prevede un onere per diritti di segreteria, volto a compensare i costi del servizio che il Comune sostiene per le attività che il rilascio della concessione al richiedente scavo comporta (istruttoria, sopralluoghi in corso di e post intervento), in modo da ridurre i tempi e da effettuare un monitoraggio costante dei lavori in esecuzione con certificazione finale della collaudabilità. Viene inoltre introdotto l’obbligo di deposito cauzionale e l’applicazione di un regime sanzionatorio.

Sul tema è intervenuto il consigliere del Pd Stefano Manicardi ha definito quella sugli scavi “una delibera molto importante perché va a regolamentare una materia rilevante che riguarda l’ambiente in cui viviamo e il suolo del nostro territorio. Riteniamo positivi tutti gli elementi del Regolamento e gli obiettivi che si pone – ha aggiunto – il voto del Pd sarà quindi favorevole”.

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