La Giunta del Comune di Reggio Emilia, con l’approvazione della delibera di costituzione dell’ufficio di piano, ha ufficialmente avviato il percorso per l’elaborazione del nuovo Piano urbanistico generale (Pug), previsto dalla Legge Urbanistica dell’Emilia-Romagna. Tale insieme di norme impone ai Comuni di approvare i nuovi Piani urbanistici, in sostituzione dei previgenti strumenti – a Reggio Emilia il Piano strutturale comunale (Psc) e il Regolamento urbanistico edilizio sono in vigore nella città da una decina d’anni – entro la fine del 2022 per rispondente, con tempi certi, alle richieste di rigenerazione e sviluppo del territorio senza consumo di suolo agricolo.

Contrasto ai cambiamenti climatici, sostenibilità, stop all’espansione edilizia prevista nelle aree agricole sono i capisaldi indicati dall’Amministrazione comunale per la strategia urbanistica dei prossimi anni. E verranno presentati stasera (18,30 in sala gruppi) alla Commissione consiliare dal vicesindaco con delega a Rigenerazione urbana e Area vasta Alex Pratissoli.

SFIDA E OPPORTUNITÀ – “La sostenibilità ambientale delle scelte deve divenire una assoluta priorità non solo, perché ve ne è la necessità, ma perché rappresenta una grande opportunità in termini di sviluppo economico competitivo e ad alto valore aggiunto per il territorio. L’urgenza determinata dai cambiamenti climatici richiede una svolta su scala globale. Non è un eccesso di enfasi, ma una concreta realtà. Una sfida non astratta, che anzi richiede l’impegno di ogni istituzione ed ente locale e di ogni comunità e persona. Il Pug si prefigge di seguire questa rotta, una sfida che può diventare un’opportunità, in un contesto di scelte strategiche, che l’Amministrazione comunale di Reggio Emilia ha indicato e sta compiendo, coinvolgendo tutti i suoi diversi ambiti di competenza”, spiega il vicesindaco Pratissoli.

“Le grandi sfide globali e urbane – aggiunge Pratissoli – rappresentano al contempo le principali minacce alla qualità della vita e i maggiori stimoli al cambiamento: un territorio che diviene risorsa e con esso l’emergenza climatica da affrontare come stimolo per il rinnovamento profondo degli stili di vita e dei modelli di sviluppo; una città che non cresce in maniera significativa dal punto di vista di nuovi residenti, ma che ha nella trasformazione delle proprie componenti demografiche una delle principali sfide per il futuro; il rapporto articolato e in continuo mutamento tra tecnologia e lavoro; la crescita delle disuguaglianze e delle fragilità.

“Il Pug dovrà porsi come modello ‘adattivo e incrementale’, finalizzato a creare le condizioni perché la città possa crescere rigenerando se stessa, attraverso la valorizzazione delle proprie eccellenze, l’attrattività di nuove funzioni e competenze, l’approccio pragmatico e sfidante sulle principali criticità a partire, soprattutto, da quelle ambientali e climatiche, con obiettivi temporali medio lunghi, ma trovando soluzioni che consentano di agire già nel presente”.

LA NUOVA LEGGE URBANISTICA E LE SUE CONSEGUENZE A REGGIO EMILIA – La legge regionale 24 del 2017 consente, per i Comuni dotati di Psc come quello di Reggio Emilia, di approvare un’unica variante generale diretta a unificare le previsioni dei piani vigenti ai contenuti del nuovo Piano urbanistico generale, dimezzando i tempi di formazione e approvazione del Piano stesso. L’obbligo di legge è di completare le attività di elaborazione del Pug entro la fine del 2020, per poi demandarne la discussione al Consiglio comunale per la successiva adozione ed approvazione prevista pertanto per il 2022.

Il Pug si occuperà esclusivamente della rigenerazione del territorio urbanizzato sostituendo il Psc e il Rue, senza attribuire capacità edificatorie alle aree libere.

Qui, dunque, la prima sostanziale novità del nuovo strumento urbanistico in forte discontinuità con i precedenti piani: vengono infatti finalmente cancellate le pesanti eredità, in termini di nuova espansione in territorio agricolo, che i Piani si sono tramandati negli ultimi trent’anni limitando, fino ad oggi, enormemente le possibilità di intervento in termini di riduzione del consumo di suolo.

Una scelta coraggiosa e lungimirante da parte della Regione Emilia-Romagna, senza precedenti in questi termini nella legislazione regionale italiana, che consente di generare quel passaggio necessario fra l’annuncio di una nuova fase urbanistica incentrata sulla rigenerazione urbana e la sua concreta attuazione.

In sostanza, questo consentirà, nel territorio comunale di Reggio Emilia, di riconvertire a terreno agricolo tutte le aree di espansione del Psc non convenzionate, con una riduzione di circa 5.450.000 metri quadrati di aree potenzialmente urbanizzabili, pari a 3.900 alloggi e 53.000 metri quadrati di superficie di vendita.

Va ricordato che il percorso di avvicinamento al futuro Pug è stato anticipato in questi anni da una serie di varianti agli strumenti urbanistici vigenti, tutte finalizzate a semplificare ed incentivare, in modo sempre più incisivo, gli interventi di rigenerazione e riqualificazione della città esistente, determinando anche la cancellazione di 2.390.000 metri quadrati di aree potenzialmente urbanizzabili in territorio agricolo, pari a 3.460 alloggi, oltre a 46.000 metri quadrati di superficie di vendita.

IL CONTRASTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI – Il nuovo Piano urbanistico deve favorire il perseguimento di ambiziosi obiettivi ambientali, sempre più connessi alla competitività economica di un territorio.

Occorrerà investire in maniera esclusiva sul riuso degli spazi esistenti ed escludere nuove espansioni in territorio agricolo.

Il surriscaldamento del pianeta impone, fin da subito, l’adozione di misure di adattamento, quali:

– il potenziamento dei corridoi ecologici garantendone la continuità anche in contesti urbani;

– la riqualificazione energetica e sismica del costruito, in grado di ridurre drasticamente la domanda di energia e di migliorare il comfort e la sicurezza.

– l’uso diffuso di tetti verdi;

– l’avviamento di drastiche politiche di riduzione delle emissioni favorendo una mobilità maggiormente sostenibile;

– incremento della generazione di energia verde a livello locale, in grado di rendere autosufficienti interi ambiti cittadini;

– promuovere l’agricoltura periurbana e accompagnare le esperienze degli orti sociali per una rinnovata cultura alimentare.

Inoltre larga parte del costruito dovrà essere soggetta ad una riqualificazione energetica e sismica spinta, in grado di ridurre drasticamente la domanda di energia e di migliorare il comfort e la sicurezza.

“Un percorso non scontato – sottolinea il vicesindaco Pratissoli – che va guidato e controllato. Occorre, a tal fine, condividere una scelta strategica di fondo: il rispetto dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici rappresentano non solo una responsabilità sociale cui non dobbiamo rinunciare, ma anche una enorme opportunità per lo sviluppo economico del territorio.

“Per questo occorre compiere da subito scelte drastiche e condivise – conclude il vicesindaco – in grado di accompagnare la città verso una nuova grande rivoluzione ambientale. Occorre una sorta di egoismo ambientalista che spinga il Piano verso obiettivi più stringenti rispetto a quelli imposti dalla comunità europea, sulla riduzione delle emissioni di CO2, efficienza energetica, uso di fonti rinnovabili, consumo di suolo. Riuscire a tenere assieme l’alta capacità produttiva del nostro territorio, un contesto climatico sfavorevole comune a tutta la Pianura padana, ed una sfida tanto ambiziosa quanto necessaria come quella del contrasto ai cambiamenti climatici rappresenterà, per la città, una definitiva svolta nella direzione di una maggiore qualità e sostenibilità della vita”.

IL METODO DI LAVORO – Il fare insieme è un metodo di lavoro che ha contraddistinto tutti i passaggi più importanti, in termini di piani e progetti, del territorio reggiano: rappresenta un modello di governance distintivo per Reggio Emilia e qualificante per lo sviluppo condiviso della comunità, attraverso l’elaborazione di politiche ed azioni co-progettate in una prospettiva sistemica.

Con tale spirito è stata individuata una modalità di lavoro per l’elaborazione del Pug e la sua successiva gestione, che si pone l’obiettivo di ampliare, il più possibile, la partecipazione e il confronto con il territorio e le sue rappresentanze organizzate.

Nello specifico, verranno attivate forme istituzionalizzate di confronto tecnico e culturale che prevedono:

Ufficio di Piano: con apposita delibera di giunta comunale del 5 dicembre è stato costituito l’Ufficio di Piano che coinvolge la macchina tecnico-amministrativa comunale con l’obiettivo di creare un gruppo di lavoro esteso alle strutture interne dell’organizzazione comunale, cui delegare la costruzione ed elaborazione tecnica del Pug. Per valorizzare le competenze del personale assunto e fare in modo che il Piano sia un processo di conoscenza interiorizzato ed elaborato fin dalle sue fasi iniziali dai tecnici che successivamente si troveranno a gestirne le norme e gli interventi, il Pug verrà sviluppato dagli uffici del Comune, avvalendosi di professionisti esperti esclusivamente su tematiche specifiche.
Concertazione istituzionale: l’elaborazione del Pug prevede l’attivazione di diverse forme di cooperazione istituzionale con i Comuni di cintura del comune di Reggio Emilia, con la Provincia di Reggio Emilia, la Regione Emilia-Romagna, gli Enti ambientali e i Comuni afferenti all’Emilia Occidentale ovvero Modena, Reggio, Parma e Piacenza in una logica di co-pianificazione di Area vasta, per poter incidere in maniera più significativa su tematiche quali il contrasto ai cambiamenti climatici, la mobilità sostenibile e le infrastrutture, la rigenerazione urbana, la valorizzazione delle eccellenze.
Tavolo delle professioni, associazioni di categoria e sindacati, associazioni del mondo agricolo che verranno costantemente coinvolti in tre distinti gruppi di lavoro in fase di elaborazione e successivo monitoraggio del Pug.
Partecipazione nei quartieri attraverso il progetto QUA – Il quartiere bene comune per valorizzare il protagonismo della cittadinanza, sia nelle sue forme associative, sia come singole persone.

 

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