Una Rete, quella delle donazioni e dei trapianti dell’Emilia-Romagna, già solida e ben organizzata, che la Regione vuole rafforzare e sviluppare ulteriormente, consolidando la struttura organizzativa e gestionale e puntando sempre più sull’innovazione. Il piano si chiama “Percorsi innovativi per il potenziamento della Rete trapiantologica regionale e trapianti sperimentali”, i contenuti generali erano stati definiti lo scorso luglio da una delibera di Giunta ed ora è pronto a partire.

Per vincere questa sfida, la Regione ha voluto al fianco un nome d’eccellenza, il professor Antonio Daniele Pinna, pronto a rientrare da Abu Dhabi in Emilia-Romagna; a lui è affidato il compito di supervisionare e guidare la Rete nella realizzazione del programma, sviluppando e valorizzando l’attività dei Centri trapiantologici affinché l’intero sistema possa compiere un ulteriore salto di qualità. Guardando sempre più al futuro sul fronte della ricerca – in particolare l’utilizzo dell’immunoterapia per ridurre gli effetti indesiderati dei farmaci immunosoppressivi sui pazienti trapiantati – e delle tecniche di trapianto.
In previsione ci sono l’incremento e l’organizzazione dei trapianti di fegato e di rene da vivente; i trapianti combinati toracici ed addominali; i trapianti multiviscerali e di utero, e il cosiddetto ‘split liver’, la suddivisione del fegato del donatore in due parti, per poterle utilizzare su due pazienti diversi. Interventi da un lato altamente innovativi e di massima complessità, dall’altro già consolidati ma che richiedono uno sviluppo nell’ottica di garantire standard sempre più elevati, che solo un sistema donativo-trapiantologico strutturato e organizzato, dotato delle migliori tecnologie e professionalità, può assicurare.

Oggi, in viale Aldo Moro a Bologna, la presentazione alla stampa del Programma regionale, con lo stesso Pinna, il presidente Stefano Bonaccini, l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, il rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini, e Chiara Gibertoni, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna.

“Un Programma ambizioso- affermano il presidente Bonaccini e l’assessore Venturi- che parte dalla volontà di non accontentarsi di quanto già abbiamo in Emilia-Romagna sul fronte donazione e trapianti: strutture, competenze, tecnologie, organizzazione di altissimo livello, tale che uno dei nostri professionisti, il professor Pinna, era stato chiamato ad esportare questo sistema all’estero. E oggi rientra ‘a casa’, nella nostra regione, per dare il proprio, preziosissimo contributo alla realizzazione di questo piano, che proietta la Rete donativo-trapiantologica dell’Emilia-Romagna ancor più in avanti sul fronte dell’innovazione, della ricerca, della qualità e dell’incremento del numero dei trapianti. Gli diamo il bentornato e con lui ringraziamo tutti i professionisti e gli operatori del servizio sanitario che ogni giorno lavorano, possiamo dirlo, per salvare delle vite umane”.

“Il piano presentato dalla Regione- sottolinea il rettore Ubertini- rappresenta un’ulteriore sfida per il sistema sanitario regionale che vanta già, oltre a un’altissima qualità, molti professionisti di fama internazionale. Mi congratulo con il professor Pinna chiamato, oggi, alla guida della Struttura Percorsi innovativi e trapianti sperimentali: sono certo che attraverso questo nuovo compito, unitamente al continuo lavoro di ricerca e innovazione, contribuirà al raggiungimento di importanti traguardi a livello internazionale per quanto riguarda le tecniche di trapianto”.

“Sono molto felice di riprendere la mia attività all’Università di Bologna e di poter mettere a disposizione le mie competenze per far crescere ulteriormente il sistema trapianti dell’Emilia-Romagna, dopo aver trascorso un periodo ricco di soddisfazioni negli Emirati Arabi- afferma il professor Pinna-. È un obbiettivo ambizioso quello posto dalla Regione, che cercherò di raggiungere attraverso lo sviluppo della ricerca, l’accrescimento dell’innovazione e la formazione specialistica nei trapianti, con una attenzione anche ai temi delle risorse e della sostenibilità. Questa Regione è sempre stata leader nella attività di trapianto e la presenza di centri di trapianto altamente qualificati nel territorio regionale lo dimostra. Io spero di potere essere di aiuto per favorire la crescita ed il potenziamento di questa già eccellente attività trapiantologica e di stimolare l’ampiamento dell’offerta trapiantologica per il miglioramento della salute dei pazienti”.

Principali novità del Piano regionale

Il Programma su cui punta la Regione passa attraverso l’organizzazione dipartimentale della Rete trapiantologica, ovvero di una maggiore strutturazione delle relazioni clinico-organizzative tra i Centri e di un potenziamento delle funzioni trasversali – ricerca, formazione, governo clinico – a supporto della rete. Un modello di relazioni funzionali che da un lato vede i Centri della rete donativo-trapiantologica regionale mantenere la propria autonomia, indipendenza e responsabilità, e dall’altro riconosce la loro interdipendenza in funzione del raggiungimento di obiettivi comuni – clinico assistenziali, etici ed economici – in ragione dei quali vanno individuati percorsi collaborativi interaziendali.

Il Piano guarda a specifici obiettivi: individuare le necessità relative ad innovazione dei modelli assistenziali, delle tecniche trapiantologiche e delle dotazioni tecnologiche, con particolare attenzione ai trapianti sperimentali; definire programmi di aggiornamento tecnologico continuo e di acquisizione, qualificazione e formazione delle risorse umane, anche attraverso master per il perfezionamento delle attività di studio, selezione e trapianto e per il follow up dei pazienti; mettere a punto proposte di riassetto di rete, garantendo l’autonomia gestionale di ciascun Centro. E ancora, prevedere percorsi clinico-assistenziali trasversali a livello regionale, anche mediante un più equilibrato bilanciamento tra la mobilità dei pazienti e quella delle equipe assistenziali, grazie a collaborazioni interprofessionali e interaziendali che favoriscano l’utilizzo delle migliori competenze cliniche.

Tra gli ulteriori elementi innovativi, la ridefinizione dell’assetto organizzativo e funzionale del Centro regionale trapianti (la struttura operativa-gestionale della Regione che ha attribuzioni di supporto, collaborazione e attuazione della programmazione sanitaria regionale) e del Comitato regionale trapianti, di cui viene mantenuta la suddivisione in Comitato, Esecutivo del Comitato e Commissioni tecniche, ma le cui attribuzioni sono ripensate in modo sostanziale.

Aumentano i trapianti in Emilia-Romagna

384 trapianti (24 cuore, 154 fegato, 198 rene, 8 polmone) effettuati in Emilia-Romagna dall’1 gennaio all’11 novembre 2019, in netto aumento rispetto all’intero 2018, in cui ne furono effettuati 319.  E sale il numero dei donatori utilizzati: 149, contro i 114 dello scorso anno. Un incremento consistente, legato anche all’utilizzo della donazione di organo a cuore fermo, che da gennaio a novembre ha potuto contare su 18 donatori (erano 10 nel 2018). Una tecnica di donazione altamente complessa, che da quando fu introdotta in Emilia-Romagna mostra una crescita costante: nel 2016 furono 11 i trapianti effettuati da donatore a cuore fermo, divenuti 43 nei mesi gennaio-novembre 2019.

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