La generosità del territorio ancora una volta al servizio dei bisogni di salute dei cittadini. Nei giorni scorsi l’Associazione “La Nostra Mirandola” – cui va il ringraziamento dell’Azienda USL di Modena – ha donato un ecografo di ultima generazione per l’Ospedale di Mirandola. Lo strumento è già in funzione, a disposizione dell’Unità operativa di Endocrinologia guidata da Gianpaolo Papi, andando a migliorare ulteriormente la dotazione tecnologica del Santa Maria Bianca, a vantaggio di prevenzione e diagnosi precoce nella lotta alle patologie tiroidee. Ma non solo: lo strumento permette di potenziare l’attività del Team Accessi Venosi di Mirandola, per alleviare i fastidi e il disagio di prelievi e terapie venose ripetute cui deve sottoporsi chi necessita di trattamenti cronici o farmaci particolarmente irritanti.

“L’associazione, unitamente a tutti i cittadini che la sostengono – dichiara la presidente de La Nostra Mirandola Nicoletta Arbizzi – continua a donare perché crede ancora che l’Azienda USL e la Regione abbiano a cuore i cittadini mirandolesi e la Comunità, che è legata al suo ospedale”.

La nuova attrezzatura, già a disposizione degli specialisti endocrinologi, permette di eseguire esami diagnostici sempre più accurati, come le ecografie della tiroide e delle paratiroidi utili a diagnosticare malattie infiammatorie o nodulari, e le ecografie del collo per rilevare l’eventuale presenza di linfonodi patologici. Grazie all’ottima definizione delle immagini e alle funzionalità innovative, con il nuovo ecografo è possibile inoltre eseguire l’elastografia, tecnica utile nella definizione del rischio ecografico di malignità dei noduli tiroidei, oltre a rappresentare un supporto indispensabile per gli specialisti nel corso dell’agoaspirato con ago sottile.

Grazie all’ecografo è inoltre possibile migliorare – rendendola “ecoguidata” – l’applicazione di cateteri venosi da parte del Team Accessi Venosi di Mirandola, così da visualizzare e dunque inserire le cannule su vene profonde non visibili ad occhio nudo o palpabili. Si favorisce in questo modo l’attuazione del piano terapeutico dei pazienti, con l’infusione di farmaci e soluzioni nutritive che se somministrate in vene di piccolo calibro e superficiali provocherebbero un grave danno al vaso rendendolo inutilizzabile. Il Team è per il Santa Maria Bianca un’importante esperienza di integrazione tra operatori sanitari, medici e infermieri, nata dalla volontà degli stessi professionisti, che hanno evidenziato la necessità di rispondere ad un bisogno sempre più incalzante delle persone ricoverate ed anche a domicilio. L’attività, iniziata a marzo 2015, permette di inserire circa 300 impianti l’anno, in crescita per l’aumento delle richieste.

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