L’amministrazione comunale di Modena intende iscrivere all’anagrafe i cittadini stranieri richiedenti asilo e lo farà seguendo lo stesso percorso già utilizzato da altri Comuni, a cominciare da quello di Bologna, cioè sulla base delle pronunce giudiziarie che riconoscono questo diritto nonostante il Decreto sicurezza del 2018 lo neghi. Lo ha affermato Ludovica Carla Ferrari, assessora con delega ai Servizi demografici, rispondendo in Consiglio comunale all’interrogazione di Paola Aime, capogruppo dei Verdi, per chiarire come “l’Amministrazione voglia tutelare i diritti implicitamente negati dall’impossibilità di ottenere la residenza, considerata dal Decreto sicurezza una concessione invece di uno status”.

Nelle premesse la consigliera ha ricordato i provvedimenti di alcuni Tribunali (Firenze, Genova, Prato, Lecce e, appunto, Bologna) che hanno accolto i ricorsi dei richiedenti asilo e ordinato l’iscrizione all’anagrafe, la consigliera ha osservato che “la condizione di un richiedente asilo non può essere mai assimilata a quella di una persona irregolarmente soggiornante”.

In attesa di una modifica del Decreto sicurezza (“auspichiamo che il nuovo governo modifichi presto quelle norme”) e di eventuali sentenze della Corte costituzionali (sono diversi i ricorsi proprio su questo punto), il Comune di Modena – ha spiegato l’assessora Ferrari – seguirà quindi la strada intrapresa dagli altri Comuni, visto che le sentenze già pronunciate dai diversi Tribunali hanno efficacia solo tra le parti, i soggetti direttamente interessati (ricorrenti e Comune), e non possono essere applicate per analogia, automaticamente, da altri enti.

Fino a settembre a Modena non erano ancora stati presentati ricorsi, ha ricordato l’assessora, ma ora sono già tre quelli per i quali è stato avviato l’iter giudiziario, mentre in questi giorni il Tribunale ha deciso in senso favorevole al ricorrente su di un caso relativo al Comune di Vignola, e “ci auguriamo di avere presto a disposizione le basi giuridiche per procedere all’iscrizione sia per i ricorrenti sia, in seguito, per gli altri richiedenti con la stessa modalità di Bologna, cioè con un provvedimento interno che, per evitare le conseguenze dei ricorsi (costi, eventuali risarcimenti e conseguente danno erariale), consenta di procedere all’iscrizione anagrafica”.

Al momento questa strada non è ancora percorribile e, come ha ricordato l’Anusca (Accademia nazionale degli ufficiali di Stato civile e di Anagrafe), se la legge in vigore attribuisce al titolo di soggiorno un valore di causa ostativa all’iscrizione anagrafica, la responsabilità della violazione ricadrebbe sugli operatori dell’Anagrafe. “Così come vogliamo riconoscere ai richiedenti asilo il diritto dell’iscrizione anagrafica – ha ribadito l’assessora Ferrari – vogliamo anche tutelare il lavoro degli uffici e fornire agli operatori le necessarie coperture legali”.

Tra il 2010 e il 2018 all’anagrafe di Modena sono stati iscritti oltre 800 richiedenti asilo con i requisiti, mentre sono circa 50 le richieste presentate dallo scorso ottobre e giudicate irricevibili in base alla nuova normativa. “L’iscrizione anagrafica è un passaggio che rappresenta una tappa significativa nel percorso di integrazione – ha sottolineato l’assessora Ferrari – e riteniamo rientri pienamente tra i diritti tutelati dalla Costituzione, ma soprattutto sia uno strumento fondamentale per garantire il rispetto della persona e della dignità umana”.

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