Dal Giugno 2014 è attivo presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) delle neoplasie del pancreas “Punto Pancreas”. I PDTA – spiega il Prof Di Benedetto Direttore della Chirurgia Oncologica Epato Bilio Pancreatica e Trapianti di Fegato – sono modelli multidisciplinari e multiprofessionali costruiti sulla base delle linee guida riconosciute dal mondo scientifico. Hanno pertanto lo scopo di adattare i contenuti delle linee guida internazionali al contesto locale per migliorare ed elevare lo standard della pratica clinica.

Il gruppo di lavoro del Punto Pancreas è costituito da medici specialisti nella patologia pancreatica, di vari settori: Radiologi, Oncologi, Chirurghi, Radioterapisti, Anatomo-Patologi, Endoscopisti, Gastroenterologi, Nutrizionisti, Psicologi e i Reparti di Medicina Interna, MIAC e di Pronto Soccorso dell’Azienda. “Fondamentale inoltre l’ambiente costruito dalla Direzione Ospedaliera, che tramite l’unione delle Aziende Policlinico e Baggiovara ha saputo valorizzare il lavoro dei professionisti ottimizzando le risorse” – commenta il prof. Di Benedetto. Il gruppo di lavoro collabora in costante sinergia con i Medici di Medicina Generale del Territorio Modenese per creare un legame tra l’Ospedale e la popolazione, offrendo l’opportunità di ottenere precocemente diagnosi e trattamento della patologia pancreatica.

“Fin dall’inizio – spiega il dott. Roberto Ballarin, coordinatore del PDTA – ci eravamo posti gli ambiziosi obiettivi di creare un percorso di elevata specializzazione, incrementando la qualità dell’assistenza, migliorando i risultati oncologici dei pazienti, promuovendo la sicurezza ed aumentando la soddisfazione dell’utenza con l’ottimizzazione dell’uso delle risorse”.

In questi cinque anni il Team ha discusso in sede collegiale multidisciplinare 925 casi clinici di pazienti con sospetta o accertata diagnosi di tumore del pancreas, con 591 prime presentazioni. Sono stati rispettati i tempi di attesa Regionali per gli interventi chirurgici oncologici (entro 30 giorni dalla diagnosi) e, attraverso un percorso dedicato costruito in collaborazione con i reparti di Radiologia ed Endoscopia Digestiva, è stato garantito nella maggior parte dei casi un esame strumentale di secondo livello (TC, RMN, PET) e/o endoscopico entro 7 giorni dalla discussione collegiale. Per i pazienti non operabili al momento della diagnosi, sono inoltre state offerte tutte le terapie oncologiche e i protocolli radioterapici più avanzati. Fondamentale è stato l’apporto dei Nutrizionisti nella fase pre e postoperatoria, così come il supporto offerto ai pazienti ed ai familiari da parte del Servizio di Psicologia.

È stato inoltre attivato un ambulatorio dedicato anche alla patologia borderline del Pancreas, cioè una patologia del pancreas che è ad alto rischio di degenerare. Si tratta in particolare delle neoplasie intraduttali papillari mucinose (IPMN) con la presa in carico di ulteriori 170 pazienti, i quali necessitano di un accurata diagnosi e di un continuo follow-up clinico strumentale.

In questi cinque anni sono stati eseguiti 147 interventi di tipo resettivo con chirurgia tradizionale. I dati regionali dei primi 7 mesi del 2019 vedono l’attività dell’Unità Operativa di Chirurgia Oncologica Epato Bilio Pancreatica ai primi posti come numeri di interventi di chirurgia del pancreas eseguiti nella nostra Regione.

“Sempre nel 2014 – spiega il prof. Di Benedetto – è iniziata l’attività di chirurgia mininvasiva con tecnica robotica che ha consentito di eseguire ulteriori 36 interventi di tipo resettivo utilizzando il Robot Da Vinci. Con questa tecnica sono stati eseguiti interventi di varia complessità, dalla enucleoresezione e pancreasectomia distale con conservazione della milza, fino ai più complessi interventi di duodenocefalopancreasectomia e pancreasectomia totale, permettendo ai pazienti una breve degenza postoperatoria e una riduzione delle complicanze. Tali risultati ci hanno consentito di partecipare al Registro Italiano (IgoMIPS) ed Europeo (E-MIPS) della chirurgia mininvasiva pancreatica, rafforzando i rapporti nazionali ed internazionali. Desidero ringraziare tutti i componenti del gruppo di lavoro multidisciplinare coordinato dal dott. Ballarin, che hanno permesso la realizzazione di un strumento così importante per il territorio grazie alla loro professionalità”.

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