«Nell’area nord la strategia individuata dalla Regione prevede un nuova struttura ospedaliera a Carpi e il potenziamento di quella di Mirandola. E i due ospedali dovranno collaborare all’interno di un piano più ampio di rete ospedaliera e territoriale provinciale per sviluppare nuove opportunità e risposte in un’ottica, appunto, di rete. Ci auguriamo che queste decisioni possano superare le discussioni di questi mesi su un ospedale unico dell’area nord, confermando due importanti ospedali». Lo ha affermato Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena, nel corso di un incontro dell’ufficio di presidenza che si è svolto martedì 23 luglio.

Muzzarelli, illustrando i contenuti di una lettera inviata al sindaco di Mirandola Alberto Greco, presente all’incontro, in risposta a una lettera inviata nei giorni scorsi alla Conferenza dallo stesso sindaco, ha rassicurato che «il gruppo tecnico individuato dalla Regione sul nuovo ospedale di Carpi, composto da dirigenti regionali e dell’Ausl di Modena, sta lavorando per definire le caratteristiche dei servizi contenuti della struttura. La Conferenza è coinvolta nel percorso per assicurare la massima trasparenza in un confronto con la Regione per individuare una ubicazione più favorevole, accessibile e vicina ai cittadini dell’area nord. Gli investimenti importanti previsti su Mirandola proseguono e saranno potenziati».

Un giudizio ripreso da Alberto Bellelli, sindaco di Carpi, nel sottolineare che «l’ubicazione del nuovo ospedale sarà decisa dopo la conclusione del lavoro del gruppo tecnico che indicherà la caratteristiche della struttura. Terremo conto di diversi aspetti compresa la viabilità, la vicinanza con l’autostrada e l’accessibilità per tutti i cittadini del distretto nord».

Il sindaco Greco ha ribadito la richiesta di «un ospedale baricentrico e il potenziamento Mirandola. Su questo chiediamo un confronto perché il nostro territorio non deve rimanere isolato», una tema sul quale Bellelli ha risposto ricordando che «l’ipotesi è stata scartata per le difficoltà legate ai collegamenti viari».

Sul futuro dei due ospedali è intervenuto anche Simone Pelloni, vicepresidente della conferenza e sindaco di Vignola, per sottolineare «la necessità di una progettazione condivisa che il gruppo tecnico e la Conferenza saranno in grado di garantire. La rete sanitaria provinciale sarà sempre più integrata con criteri uniformi su tutto il territorio provinciale, una scelta strategica che anche a Vignola sta dando buoni risultati».

INVESTIMENTI A MIRANDOLA: LAVORI PER 11 MLN, I NUOVI PROGETTI SUI SERVIZI

L’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola è al centro di un progetto di miglioramento e potenziamento che riguarda struttura, personale e servizi.

Come illustrato da Antonio Brambilla, diretto dell’Ausl di Modena, nel corso della Conferenza sanitaria di martedì 23 luglio, oltre ai quasi 25 i milioni di euro investiti per la ristrutturazione degli edifici sanitari negli ultimi sei anni, sull’Ospedale di comunità (Osco) e la Casa della Salute (la cui gara è in fase di aggiudicazione) sono previsti investimenti complessivi di ulteriori 10,5 milioni di euro.

Nel piano triennale dell’Asul, inoltre, anche quasi mezzo milione di euro (finanziati a partire dal 2020) per il miglioramento sismico del Centro servizi.

In ambito chirurgico, le azioni di riordino sono state avviate dal 2016, con la concentrazione della casistica ad alta prevalenza per tutte le discipline. Oltre all’ottimizzazione dell’attività in urgenza, integrata tra le specialistiche di chirurgia e ortopedia, è previsto un ulteriore intervento migliorativo che interesserà il corpo 02 (blocco operatorio e area diurna contigue alle aree della futura realizzazione della Casa della Salute e dell’Ospedale di Comunità): il progetto, di cui si valuta la realizzazione entro il 2020, prevede lo sviluppo della piattaforma chirurgica, attraverso la realizzazione di uno spazio di day surgery e ambulatoriale dedicato all’attività endoscopica digestiva e bronchiale.

Il potenziamento del Santa Maria Bianca ha riguardato anche la dotazione di posti letto, con il recente incremento delle degenze da 10 (create nel 2018) a 14 a favore della Riabilitazione estensiva. Questo nuovo assetto logistico ed organizzativo permette di fornire una risposta di qualità ai pazienti ortopedici e neurologici (post-ictus o successiva ad interventi di protesica), anche grazie alla sinergica attività di un’equipe multidisciplinare che comprende fisiatra, fisioterapista e medico internista, rendendo l’ospedale di Mirandola centro dell’attività ortopedico-riabilitativa dell’area nord.

Gli altri punti di eccellenza su cui può contare l’ospedale mirandolese riguardano la rete oncologica, che vedrà in Mirandola un riferimento per l’area nord per il percorso sul tumore al polmone grazie alla presenza di un’efficiente pneumologia (sede del Centro aziendale disturbi del sonno) e radiologia; poi il laboratorio analisi, che sulla citologia urinaria ambisce a diventare un riferimento per l’intera provincia.

L’acquisizione di nuovo personale ha permesso, tra l’altro, di attivare, dallo scorso 8 luglio, la nuova organizzazione del servizio di Triage al Pronto soccorso di Mirandola, con un infermiere dedicato per migliorare la presa in carico di chi accede in emergenza. Il progetto, attivo sette giorni su sette, 24 ore su 24, ha previsto l’acquisizione di sei nuovi infermieri, ai quali è stata dedicata una formazione ad hoc. Parallelamente è in corso di sviluppo la progettazione di un’area intermedia di supporto al Pronto soccorso che consenta di agevolare sia le operazioni di dimissione, sia quelle di ricovero da parte delle unità operative.

Prosegue l’impegno aziendale per rendere sempre più attrattivo il Punto Nascita, attraverso investimenti non solo sugli spazi ma anche sulle dotazioni tecnologiche.

Nel complesso, dal 2015 ad oggi sono state acquisite per l’ospedale di Mirandola, grazie a fondi aziendali e donazioni, circa 180 apparecchiature di rilevante importanza, con un costo di acquisto di circa 1,5 milioni di euro, a testimoniare l’elevato livello di turn-over tecnologico.

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