“Nonostante la riforma del 2012 sulla filiazione, permane la ripartizione di competenze in materia tra Tribunale Ordinario e Tribunale per i Minorenni, con un procedimento che, nel caso del Tribunale per i Minorenni, prevede l’affido dei minori ai Servizi sociali, secretazione delle relazioni e difficoltà nel libero e completo esercizio del diritto di difesa, sia nella fase amministrativa che in quella giurisdizionale”. L’introduzione della presidente dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia, avv. Tina Tinelli, ha aperto la tavola rotonda, organizzata dal Consiglio del Foro reggiano presso l’Aula Magna dell’Università di Modena e Reggio Emilia, sul delicato tema “Il rifiuto del figlio di incontrare un genitore: il minore tra avvocati, CTU, Giudice, Servizi Sociali”.

La presidente dell’Associazione Forum Donne Giuriste e componente esterna della Commissione Famiglia del Consiglio nazionale forense, avv. Giovanna Fava del foro di Reggio Emilia ha quindi sottolineato che “tutte le associazioni forensi che si occupano di diritto di famiglia continuano a sollecitare una riforma che preveda l’abolizione di questa giurisdizione ed un accorpamento delle competenze civili che riguardano i minori ai Tribunali ordinari, che già se ne occupano in sede di separazione di coppie di genitori anche non sposate”.

“Il fulcro di tutto è l’ascolto diretto e attento del bambino contestualizzato nei fatti e confrontato con le altre persone intervenute nel procedimento – ha spiegato la dott.ssa Maria Serenella Pignotti, pediatra e medico legale dell’associazione Federico nel Cuore – quello che ancora oggi non avviene nei tribunali”.

“Purtroppo l’utilizzo strumentale dei bambini nelle separazioni da parte dei genitori è un elemento ricorrente e questo non è altro che una manifestazione palese dell’incapacità del genitore di esercitare il proprio ruolo – ha detto il presidente della Prima Sezione del Tribunale di Reggio Emilia dott. Francesco Parisoli – per questo il tribunale segue criteri improntati alla massima prudenza”.

L’avv. Alessandra Capuano del foro di Vicenza, già componente esterna della Commissione Famiglia del Consiglio nazionale forense, ha quindi evidenziato che “si coglie una enorme differenza tra le famiglie in cui vige la violenza e le famiglie dove invece ci sono litigi che attengono alla normalità del quotidiano – ha detto presidente della Camera Civile di Vicenza, Capuano – e si tende a non intervenire contro la volontà del minore, quando è bene espressa, e contro il nucleo famigliare. Le consulenze dei tecnici di ufficio, quando esperti riconosciuti e verificabili, sono estremamente importanti per riconoscere le inequivocabili sintomatologie della violenza”.

L’evento, che ha registrato una larga partecipazione da parte del pubblico e dei professionisti del foro, è stato realizzato in collaborazione con il Corso di Psicodinamica delle relazioni familiari e si inserisce nel ciclo di eventi formativi organizzato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia intitolato “Diritti al cinema”. Al termine del dibattito, è stato proiettato il film del regista Xavier Legrand “L’affido”.

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