Quello del rapporto tra dipendenti con problemi fisici, divenuti solo “parzialmente idonei” al lavoro attraverso certificato medico, e le aziende è un tema che sta diventando sempre più complesso.

In particolare, perché negli ultimi anni sta aumentando in modo considerevole il numero dei certificati. E l’allungarsi della vita lavorativa non ha fatto altro che acuire il problema, perché sempre più persone, con l’avanzare dell’età, si trovano ad avere problematiche fisiche che incidono sull’attività lavorativa.

Si tratta di un problema che riguarda indistintamente tutte le realtà produttive e tutti i territori, rendendolo di fatto un tema nazionale. Ma Confindustria Emilia ha scelto Mirandola, al centro dell’Area Nord, come sede del convegno su questo impegnativo argomento proprio per la portata dell’emergenza che risulta molto rilevante in quella parte della provincia e, in particolare, nel polo biomedicale.

Ed è, appunto, presso l’Aula Magna Rita Levi Montalcini in via 29 Maggio, 4 a Mirandola (MO) che, mercoledì 8 maggio dalle ore 16.30, l’Area Capitale Umano di Confindustria Emilia organizza un convegno dal titolo “Il giudizio medico di idoneità parziale: aspettative del dipendente al ‘repêchage’ ed interesse residuo del datore di lavoro ad un adempimento – Il lavoro tra flessibilità e tutele”.

Nel mondo del lavoro si vive quotidianamente la difficoltà a raccordare interessi che oggettivamente rischiano di diventare sempre più distanti tra i lavoratori e le aziende.

Da una parte, il dipendente, anche per effetto delle prassi aziendali fin qui osservate, auspica comprensibilmente di poter contare su un reinserimento lavorativo che tenga conto della propria ridotta idoneità alla mansione per cui era stato assunto.

Dall’altra, le aziende, molto più che in passato, si trovano di fronte a numeri sempre più alti di persone dichiarate solo “parzialmente idonee” alla mansione che hanno finora svolto. Con una sempre maggiore difficoltà a trovare una soluzione che metta insieme le esigenze dell’organizzazione produttiva, per cui l’azienda è nata, e le aspettative del lavoratore a una nuova ricollocazione nell’organico aziendale.

Al centro della riflessione del convegno vi è la necessità di sensibilizzare tutti che l’avere risolto situazioni simili in passato non può più essere garanzia per avere le stesse risposte in futuro.

Vale anzi esattamente il contrario: più casi sono stati gestiti in passato più è difficile pensare che la singola azienda abbia ancora possibilità di ricollocare il lavoratore.

Decisiva, in questo contesto, è anche l’attività del medico competente aziendale.

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