In auto hanno avvicinato un pusher. Non si sono accordati e sono ripartiti, finché la loro attenzione è stata nuovamente attirata. Forse da un altro cavallino, o forse per riprendere la trattativa. Così dopo un paio di metri in retromarcia lungo via Gobetti un 38enne, oggi arrestato, ha iniziato a discutere con un pusher nigeriano, poi, gli ha strappato di mano il sacchetto di marijuana ed è partito a tutta velocità. Il nigeriano si è attaccato all’auto per riprendersi il maltolto ed è stato trascinato per una cinquantina di metri fino all’urto fatale contro il muretto.

Il corpo senza vita del 22enne nigeriano era stato trovato a terra, in via Gobbetti a Parma, poco dopo le tre del mattino del primo novembre 2016, tra la disperazione di numerosi connazionali. Un episodio che rischiava di tingersi di giallo: a rendere difficile il caso, la circostanza che la vittima fosse incensurata e a Parma da pochi mesi, seppur si trovasse in una zona che è market dello spaccio. Tuttavia sulla scena del ritrovamento, oltre a una copiosa chiazza di sangue, alcuni pezzi del fanale posteriore di un’auto.

La svolta è arrivata, proprio in quei frammenti di fanalino: il profilo ha permesso di risalire ad una Fiat Punto, poi individuata grazie all’analisi delle immagini di una telecamera posta in via San Leonardo.

Dall’auto si risaliva al conducente: un 38enne originario di Parma e residente a Poviglio, che si trovava alla guida in compagnia del proprietario dell’auto. Quindi l’arresto e l’iter processuale culminato con la condanna, emessa nel 2017 dal Tribunale di Parma, poi riformata dalla Corte d’Assise di Bologna che ha condannato l’uomo a 10 anni di reclusione per i reati di omicidio preterintenzionale e rapina.

La sentenza, divenuta esecutiva, ha visto l’ufficio esecuzioni penali della Procura di Parma emettere l’ordine di esecuzione per la carcerazione, poi trasmesso ai carabinieri di Poviglio per l’esecuzione. I militari oggi hanno quindi tratto in arresto il 38enne che – sottratto il periodo di detenzione in regime di custodia cautelare – dovrà scontare una pena residua di 7 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione.

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