I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, al termine di un’articolata attività investigativa nel settore del controllo della spesa pubblica, hanno segnalato alla Procura Regionale della Corte dei conti un danno erariale di circa 7,5 milioni di euro a carico di due ex amministratori di un consorzio interuniversitario e di una società di capitali entrambi con sede a Casalecchio di Reno.

L’operazione costituisce l’ulteriore epilogo delle indagini di polizia giudiziaria condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, nel corso delle quali erano state analizzate le modalità di gestione e i rapporti esistenti tra il consorzio e la società, completamente partecipata dall’ente, e che doveva essere impiegata per realizzare gli obiettivi dell’organismo di diritto pubblico, sulla base di un rapporto di “in house providing”, cosa che faceva assumere agli amministratori della S.p.a. la qualifica di incaricati di pubblico servizio.

Al termine delle attività investigative condotte dalle Fiamme Gialle, il Pubblico Ministero Dott. Flavio Lazzarini, lo scorso anno, aveva richiesto il rinvio a giudizio per cinque persone ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di peculato, per avere distratto dalle casse della società di capitali ed essersi appropriati di una somma pari a oltre 1,6 milioni di euro simulando l’acquisto di software e servizi connessi.

All’esito degli accertamenti a fini contabili, oltre a contestare il danno erariale derivante dalla commissione dei reati sopra citati, è stato segnalato alla Procura Regionale presso la Corte dei conti anche il nocumento arrecato alle casse dello Stato derivanti da ulteriori episodi di mala gestio per quasi 6 milioni di euro.

Infatti, sono stati rilevati l’acquisto di software e rami d’azienda, rivelatisi poi del tutto superflui e inutilizzati, nonché la costituzione e successiva gestione di una società di elaborazione software in Turchia, creata con l’intento di diversificare l’attività, ma che ha generato solamente delle perdite per l’Ente.

L’operazione s’inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza a tutela della Spesa Pubblica volto al controllo sulla corretta ed efficiente gestione del denaro pubblico, allo scopo di prevenire e contrastare frodi, abusi e sprechi, nonché recuperare quanto indebitamente sottratto al bilancio pubblico.

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