Record storico di 483,8 milioni di euro per le esportazioni agroalimentari dell’Emilia Romagna in Gran Bretagna alla vigilia della Brexit che il mancato accordo rischia di affossare per effetto dei dazi e dei ritardi doganali che scatterebbero con il nuovo status di Paese Terzo rispetto all’Unione Europea. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti regionale sulla base dei dati Istat relativi al 2018 che evidenziano la miglior performance di tutti i tempi delle esportazioni di cibo e bevande della nostra regione nel Regno Unito.

La parte del leone la fanno i prodotti lattiero-caseari, con 132 milioni, seguiti dai salumi (84 milioni), dalla frutta lavorata (42) e dai prodotti da forno (40). Senza accordo un problema riguarda anche la tutela giuridica dei marchi a indicazioni geografica e di qualità (Dop/Igp) dei quali, con 44 prodotti, l’Emilia Romagna detiene il primato continentale. Eccellenze che senza protezione europea rischiano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione.

L’impatto della Brexit sulle forniture alimentari preoccupa anche gli inglesi che stanno facendo scorte alimentari in vista dei probabili aumenti che il Governo intende calmierare con una riduzione drastica dei dazi. Con quasi 1/3 del cibo consumato in Gran Bretagna che arriva dai paesi dell’Unione Europea è infatti giustificato l’allarme lanciato dalle principali catene distributive sulle difficoltà di approvvigionamento alimentare in caso di mancato accordo. La Gran Bretagna – conclude Coldiretti Emilia Romagna – produce appena la metà del cibo che consuma ed è costretta pertanto a ricorrere alle importazioni dall’Unione Europea (30%), dalle Americhe (8%), dall’Africa (4%), dall’Asia (4%), da altri paesi del mondo. L’Italia è un importante partner commerciale nell’agroalimentare con forniture che nel 2018 hanno raggiunto i 3,4 miliardi di euro.

“La mancanza di un accordo è lo scenario peggiore perché rischia di rallentare il flusso dell’export, ma a preoccupare è anche il rischio che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane” commenta Coldiretti Emilia Romagna. Un esempio è l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che – conclude Coldiretti regionale – boccia ingiustamente quasi l’80% dei prodotti emiliano romagnoli a denominazione di origine (Dop).

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