Nella giornata di ieri, personale della squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino marocchino di anni 20 per tentato furto in concorso. Il giovane, insieme ad un complice, intorno alla mezzanotte aveva cercato di perpetrare un furto all’interno di un bar di viale Reiter, forzando la serranda automatizzata di chiusura. Alla vista della Polizia i due sono scappati in direzioni opposte, uno a piedi l’altro a bordo di una bicicletta; quest’ultimo, che durante la fuga si era disfatto di alcuni oggetti contenuti nel cestino, dopo un breve inseguimento è stato raggiunto e fermato dagli agenti.

Gli operatori hanno poi recuperato quanto il 20enne aveva lanciato lungo la strada, ovvero un manufatto edile in cemento, un trancio di catena ad anelli in materiale ferroso lungo circa 70 cm e un cavalletto di una bici con evidenti segni di piegatura, come se fosse stato usato per fare leva. La serranda del bar era stata, infatti, alzata di forza e la porta d’ingresso ai locali presentava su entrambi i battenti verticali del telaio dei segni compatibili a quelli presenti sul cavalletto rinvenuto nelle disponibilità del malfattore.

Accompagnato in Questura, da accertamenti più approfonditi è emerso che il giovane è gravato da numerosi precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti, oltre a risultare clandestino sul territorio nazionale, motivo per il quale è stato anche denunciato in stato di libertà. Il 20enne è stato trattenuto presso le camere di sicurezza della Questura, come disposto dal Magistrato di turno, in attesa del processo con rito direttissimo.

Sempre nel corso della notte appena trascorsa, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino italiano di anni 67 in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Palermo. Durante il servizio di controllo del territorio, gli agenti hanno rintracciato il 67enne in corso Canalgrande.

L’uomo deve scontare una pena di mesi 8 di reclusione per il reato di truffa aggravata dall’aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità. Al termine delle formalità di rito, il 67enne è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale.

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