Prefettura-ModenaNell’ambito dello sciopero interregionale di oggi giovedì 30 giugno dei lavoratori dei consorzi di bonifica per sollecitare il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, una delegazione sindacale modenese è stata ricevuta stamattina dal Prefetto di Modena per esporre le ragioni della mobilitazione che a Modena interessa essenzialmente gli addetti del Consorzio Bonifica di Burana, circa 150 lavoratori tra avventizi e fissi, distribuiti in 4 sedi (Modena, Mirandola, Bondeno e San Giovanni in Persiceto).

Lo sciopero di oggi indetto dai sindacati Fai/Cisl, Flai/Cgil e Filbi/Uil è a sostegno della rottura del tavolo di trattativa sul contratto a causa della mancanza di volontà delle controparti Snebi e Anbi di voler veramente rinnovare il contratto.
Infatti, dopo 18 mesi di trattative le associazioni consortili, continuano a mantenere fermo un aumento di circa 30 euro in 4 anni, lasciando scoperto tutto il 2015,  negano agli avventizi i permessi retribuiti, propongono condizioni peggiorative del Jobs Act rispetto ai demansionamenti e negano il confronto sulla classificazione del personale. Intendono inoltre tagliare i permessi sindacali per le Rsu.

La delegazione modenese ha esposto al Prefetto le ragioni delle sciopero. Il Prefetto di Modena ha riconosciuto il ruolo fondamentale dei lavoratori del Consorzio di Bonifica Burana anche nelle due grandi emergenze che il territorio modenese ha dovuto affrontare negli ultimi anni, terremoto e alluvione.
I sindacati hanno anche chiesto di attivare un tavolo di confronto con Prefettura e Consorzio per la definizione dei servizi minimi essenziali nell’ambito delle attività esercitate dal Consorzio Bonifica Burana, al fine di consentire l’esercizio del diritto di sciopero senza venir meno all’erogazione del servizio stesso.
Il Prefetto si è fatto garante di trasferire le rivendicazioni sindacali al presidente del Consorzio di Bonifica Burana e di attivarsi per la convocazione in tempi brevi di un tavolo di confronto con tutte le parti.
Un accordo sui servizi minimi essenziali, più che mai necessario in vista anche del nuovo sciopero nazionale previsto per il 28 luglio, se non ci sarà uno sblocco della vertenza.

Nelle prossime settimane le organizzazioni sindacali convocheranno ulteriori assemblee dei lavoratori per la preparazione delle prossime iniziative di mobilitazione.

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