graficoGiunge un nuovo segnale di incertezza, le vendite a prezzi correnti subiscono una lieve flessione (-0,3 per cento) nel primo trimestre 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015 per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna. La fine della recessione ha condotto le vendite su un livello difficilmente comprimibile, che pare consolidarsi per un eventuale, ma ancora incerta ripresa. Peggiorano leggermente i giudizi sull’eccedenza delle giacenze. Complice anche l’effetto della stagionalità, ci si attende un miglioramento delle vendite nel corso del secondo trimestre, ma il saldo tra le valutazioni delle imprese è il più contenuto dal 2012. Questa indicazione emerge dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

Le tipologie del dettaglio La svolta negativa interessa tutte le tipologie del dettaglio. il dettaglio specializzato alimentare mostra una lievissima flessione delle vendite (-0,1 per cento), che risulta lievemente più ampia per lo specializzato non alimentare (-0,3 per cento) e, sorprendentemente, lievemente ancora più ampia, per gli iper, super e grandi magazzini (-0,5 per cento). Le attese di un aumento delle vendite nel corso del secondo trimestre non sono generalizzate e sono determinate solo dal dettaglio specializzato non alimentare.

La dimensione delle imprese Si conferma la forte correlazione tra andamento delle vendite e dimensione aziendale. L’andamento negativo delle vendite nel trimestre ha dominato la piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) e le medie imprese (da 6 a 19 addetti), con cali rispettivamente pari a -0,9 e -0,8 per cento, mentre la tendenza è positiva, ma contenuta, per le imprese con 20 o più addetti (+0,6 per cento). Anche le attese di un miglioramento delle vendite non sono generalizzate. Le prospettive si alleviano, ma restano negative per le imprese di piccola dimensione, mentre le valutazioni positive sono più diffuse tra le medie e le strutture maggiori.

Il registro delle imprese La crisi passata preme ancora sulla base imprenditoriale. A fine primo trimestre erano attive 46.577 imprese del dettaglio, lo 0,7 per cento in meno (309 unità) rispetto a un anno prima. A livello nazionale la tendenza è risultata invece lievemente positiva (+0,1 per cento). Grazie anche all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, crescono rapidamente solo le società di capitale (+4,8 per cento, +192 unità) e all’opposto, si riducono le società di persone (-302 unità) e le ditte individuali (-193 unità).

 

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