Centro_Oncologico_ModenaLa bellezza e il sorriso entrano in ospedale con una settimana tutta dedicata al make up e alla cura del proprio corpo, perché volersi bene, nonostante la malattia, aiuta ad affrontare meglio le terapie, accresce l’autostima e agevola il percorso di cura nel trattamento del tumore ovarico, il più insidioso e meno conosciuto dei tumori femminili, che deve essere affrontato con tutta l’energia che le donne sanno esprimere. ACTO onlus – Alleanza contro il Tumore Ovarico, in partnership con Youngblood Mineral Cosmetics e con il supporto di Roche, invita le donne con tumore ovarico a partecipare a Sguardi d’energia, campagna itinerante che prevede un programma di make up personalizzato offerto gratuitamente nei principali centri oncologici nazionali.

Dopo le tappe del 2015, due a Milano, poi a Roma e Bari, e la prima tappa del 2016 a Napoli, segnate da un successo inatteso che ha visto la partecipazione di oltre 400 pazienti, Modena ospita il sesto appuntamento della campagna, che si svolge dal 20 al 24 giugno all’interno del Padiglione “Pier Camillo Beccaria” del Centro Oncologico Modenese – COM dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Modena, uno dei centri di eccellenza a livello nazionale e internazionale nel trattamento di questo tumore. Nel corso della settimana le pazienti potranno prenotare una seduta di make up della durata di un’ora. «La campagna “Sguardi d’energia” ha ottenuto risposte entusiastiche nelle grandi città che l’hanno ospitata e ci aspettiamo un successo uguale se non maggiore anche nelle realtà cittadine di medie dimensioni, come Modena; attraverso questa iniziativa rendiamo un servizio alla popolazione, parliamo di questa malattia, diffondiamo conoscenza e rendiamo più visibile l’attività e l’impegno di quegli operatori sanitari che dedicano le loro professionalità alle pazienti – afferma Nicoletta Cerana, Presidente di ACTO onlus – l’entusiasmo che riscontriamo è la prova tangibile di quello che ACTO onlus può fare e di quanto riesce ad avvicinare le pazienti e i cittadini che decidono di impegnarsi personalmente in questa battaglia. Insomma, “Sguardi d’energia” è un volano di impegno sociale per chi vuole condividere questa causa, specie se ha vissuto il dramma del tumore ovarico in famiglia».

L’informazione promossa dalle associazioni è fondamentale per sensibilizzare tutte le donne sulla necessità di conoscere e non sottovalutare i sintomi di questa neoplasia silenziosa, e di sottoporsi a visite ginecologiche periodiche.

«Ci siamo lasciati contagiare dal successo che questa iniziativa ha riscosso in altri ospedali italiani e dall’impatto positivo sulle pazienti, oltre che dal fatto che una simile opportunità  permette di trasmettere informazioni a tutte le donne, perché purtroppo è raro cogliere il tumore ovarico in fase inziale in quanto la comparsa dei sintomi spesso è il segno di una malattia già avanzata» dichiara Roberto Sabbatini, Responsabile dell’attività del Gruppo Multidisciplinare di Oncologia Ginecologica ed Urologica del Dipartimento, ad attività integrata, di Oncologia ed Ematologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico  di Modena. «Il Registro Tumori attivo a Modena riporta circa 60 nuovi casi l’anno di tumore ovarico: è fondamentale che le donne si sottopongano a periodiche visite ginecologiche per diagnosticare in tempo una massa ovarica, e che non sottovalutino i sintomi che si presentano. Ma è altrettanto importante offrire alle pazienti, insieme alle terapie, una migliore qualità di vita perché possano affrontare con energia e positività il percorso di cura, specie le donne più giovani».

Dal punto di vista della terapia del tumore ovarico, negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti. Adesso si punta alla cronicizzazione della malattia, grazie all’avvento delle terapie anti-angiogeniche che impediscono al tumore di crescere e diffondersi, bloccando la neoformazione di vasi sanguigni che nutrono il tumore.

«Fino a poco tempo fa lo schema standard prevedeva che dopo l’intervento chirurgico tutte le donne venissero sottoposte a chemioterapia di prima linea con taxolo e carboplatino – afferma Sabbatini – ma negli ultimi anni nell’armamentario dell’oncologo medico si sono aggiunti nuovi farmaci che hanno cambiato in meglio l’aspettativa di vita: in particolare, un farmaco biologico, bevacizumab, un anti-angiogenico che può essere combinato con la chemioterapia, migliorando la curabilità del tumore ovarico senza alterare la qualità di vita delle pazienti; e i PARP inibitori, attivi nelle pazienti che presentano l’alterazione del gene BRCA 1 e 2, capaci di ridurre drasticamente la progressione del tumore».

Il tumore ovarico ha un impatto molto forte su tutti gli ambiti della vita della donna: per questo, insieme ai progressi terapeutici, si fa sempre più strada la consapevolezza di quanto sia importante offrire alle pazienti anche un supporto psicologico come parte integrante del percorso di cura, per aiutarle a riappropriarsi di sé stesse e della propria immagine attraverso i gesti e le abitudini quotidiane, come truccarsi e avere cura di sé.

Ad ogni paziente che prenoterà un appuntamento presso il centro, gli esperti di trucco e immagine di Youngblood offriranno una seduta personalizzata di trucco della durata di un’ora, di cui 15 minuti dedicati alla preparazione della pelle e 45 minuti dedicati al trucco con articoli dell’azienda americana, che utilizza prodotti minerali e antiallergici. Al termine della seduta, ogni paziente riceverà in omaggio un kit composto da un cofanetto contenente i prodotti utilizzati durante la seduta di make up oltre ad informazioni su come prendersi cura della propria pelle durante la malattia.

Roche sostiene con grande entusiasmo il progetto itinerante “Sguardi d’energia”. «Roche è orgogliosa di sostenere questa campagna promossa da ACTO onlus, che sta riscuotendo un enorme successo tra le pazienti e i centri di cura coinvolti: la corretta informazione e una maggiore sensibilizzazione sono le prime vere armi per riconoscere per tempo anche i tumori più silenti come il tumore ovarico e sconfiggerli» afferma Maurizio de Cicco, Amministratore Delegato di Roche S.p.A.. «Grazie al nostro costante impegno in Ricerca & Sviluppo, stiamo contribuendo a riscrivere i manuali di medicina soprattutto nel campo dei tumori femminili. Dopo le rivoluzionarie innovazioni terapeutiche per il trattamento del tumore al seno, che hanno salvato la vita di milioni di donne nel mondo, sentiamo la responsabilità di continuare il nostro impegno a fianco delle pazienti, in particolare nella lotta contro patologie, come il carcinoma ovarico, per le quali per anni non si sono registrate novità terapeutiche rilevanti».

Youngblood Mineral Cosmetics, partner d’eccezione di ACTO onlus, condivide gli obiettivi di questo progetto. «Pauline Youngblood ha fondato il brand quasi 20 anni per aiutare tutte le donne, soprattutto a chi aveva subito traumi causati da trattamenti invasivi, a sentirsi belle e a farlo in maniera sana, con ingredienti minerali naturali di altissima qualità – sottolinea Ariane d’Andiran, Managing Partner dell’agenzia di Marketing & Comunicazione Youngblood Mineral Cosmetics Italia – siamo grati ad ACTO onlus per questa bellissima opportunità e anche felici per tutti i sorrisi che i nostri make up artist vedranno nascere sui visi delle donne che saranno coinvolte in questa iniziativa».

Il tumore ovarico: fatti e cifre

In Italia 42.580 donne convivono con un tumore ovarico (AIRTUM 2015) e sono circa 6.000 (Globocan 2012) i nuovi casi ogni anno con numeri in aumento. Ma secondo un’indagine promossa da ACTO onlus, in Italia il 60% delle donne non conosce questa patologia e il 70% non sa indicarne né i sintomi né gli esami a cui sottoporsi.

Per queste ragioni, in circa l’80% dei casi la diagnosi arriva in fase avanzata, quando ormai le possibilità di cura sono molto limitate. È quindi molto importante che ogni donna conosca innanzitutto i segnali che possono indicare il manifestarsi della malattia: gonfiore persistente dell’addome, fitte addominali, bisogno frequente di urinare, sensazione di sazietà anche a stomaco vuoto, perdite ematiche vaginali, stitichezza o diarrea.

È altrettanto importante conoscere i fattori che aumentano il rischio di contrarre il tumore. Tra questi, i principali sono la familiarità e la presenza di una mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 che aumenta anche di 50 volte il rischio di ammalarsi.

Conoscere i sintomi e i fattori di rischio permette una diagnosi tempestiva che può migliorare la sopravvivenza. Se infatti il tumore ovarico è diagnosticato in stadio iniziale la probabilità di sopravvivenza a 5 anni è del 75-95%.

In campo oncologico l’obiettivo attuale delle terapie è la cronicizzazione della malattia: per il tumore ovarico, negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi in avanti grazie all’avvento delle terapie anti-angiogeniche che impediscono al tumore di crescere e diffondersi, bloccando la neoformazione vascolare che alimenta il tumore.

Grazie ai progressi della ricerca in ambito ginecologico, oltre agli antiangiogenici, per le pazienti affette da tumore ovarico con mutazione BRCA1 e 2 sono oggi disponibili altre nuove terapie, come i PARP inibitori.

 

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