Tania-Scacchetti“Il caos generatosi in Camera di Commercio negli ultimi giorni è una pessima notizia per il sistema imprenditoriale ed economico, e più in generale per la società modenese.
Lo è a maggior ragione in una fase di grossi cambiamenti che stanno investendo il sistema camerale, sia dal punto di vista normativo, che dal punto di vista della difficile fase economica”. Così Tania Scacchetti della segretaria Cgil Modena.
“Il diffondersi di veleni, lo scomporsi di alleanze, la frantumazione di accordi: il tutti contro tutti di questi giorni mostra forse anche i limiti storici di un modello che vede scomposta in un numero eccessivo di soggetti la rappresentanza del mondo imprenditoriale locale.
Una scomposizione non sempre sorretta da effettive differenti impostazioni, che non vorrei rispondesse a volte a logiche personalistiche più che di merito delle decisioni assunte.
Colpisce in particolare, in questa vicenda, i limiti del soggetto che ambiva proprio a superare quella frammentazione.
Certo, la crisi di rappresentanza ha colpito tutti, la politica in primis, ma anche l’associazionismo, quello imprenditoriale e anche quello sindacale. Ed è un tema da affrontare per tutti se non si vuole aumentare ancora di più il distacco tra i rappresentati ed i rappresentanti.
Per la Cgil, per il sindacato, la risposta a questa crisi è la crescita della partecipazione diretta di chi dovrebbe essere rappresentato.
Concordo quindi con chi sostiene che la nostra provincia, coi suoi numerosi problemi, merita che la situazione che si è creata in Camera di Commercio sia rapidamente risolta, mettendo a valore le efficienze della gestione di questi anni e affrontando le tante sfide aperte; perché possa sempre di più essere la Camera di Commercio un soggetto di promozione delle imprese del territorio e luogo di promozione di progetti che accrescano l’occupazione.
Su questo contenuti si deve valutare il rinnovamento. Un cambiamento che – conclude Tania Scacchetti – dovrà essere assolutamente rispettoso di chi in Camera di Commercio lavora, direttamente o nel sistema degli appalti, ed oggi è giustamente preoccupato del proprio futuro”.

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