Il concorso di progettazione per il nuovo complesso scolastico che sorgerà al posto delle vecchie scuole Carracci di via Felice Battaglia al Quartiere Porto-Saragozza, premia l’architetto Andrea Borghi – capogruppo con ABP Studio e TIAR Architetti – di Firenze. Il nome del vincitore è stato individuato questa mattina dalla commissione giudicatrice al termine della procedura di gara bandita il 14 novembre 2018 dal Comune di Bologna e realizzata in collaborazione con Inarcassa, Fondazione Inarcassa e con gli ordini professionali di Architetti e Ingegneri di Bologna, che si è svolta sulla piattaforma informatica sviluppata dall’Ordine Architetti.

Il progetto vincitore è stato presentato questa mattina in conferenza stampa a Palazzo d’Accursio dalla vicesindaco Marilena Pillati insieme agli assessori Virginia Gieri (Lavori Pubblici) e Valentina Orioli (Urbanistica), e con Pier Giorgio Giannelli, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Bologna, e Andrea Gnudi, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Bologna.

Oggetto del concorso era l’elaborazione del progetto di fattibilità tecnica-economica finalizzato alla realizzazione del nuovo complesso scolastico che sorgerà al posto delle vecchie scuole Carracci e che ospiterà una sezione di scuola primaria e tre sezioni di scuola secondaria di primo grado, per circa 400 ragazzi.

Linee guida per la progettazione erano il basso impatto ambientale e il risparmio energetico, per avere un “edificio a energia quasi zero” (NZEB) ovvero un edificio ad altissima prestazione energetica il cui fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in gran parte da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco.

L’edifico doveva inoltre essere progettato tenendo conto delle “Nuove linee guida contenenti indirizzi progettuali di riferimento per la costruzione di nuove scuole” varate dal MIUR, che propongono spazi modulari, facilmente configurabili e in grado di rispondere a contesti educativi sempre diversi, ambienti plastici e flessibili, funzionali ai sistemi di insegnamento e di apprendimento più avanzati. Gli spazi della scuola dovevano dunque essere pensati come spazi estremamente versatili sia nella forme che negli arredi, in maniera da permettere lo svolgimento di attività scolastiche ed extrascolastiche nello stesso ambiente. Per poter garantire questa abitabilità e flessibilità, già in fase progettuale doveva essere prevista la possibilità di un uso parziale della struttura, ovvero la possibilità di “sezionare” gli ambienti sia da un punto di vista fisico che impiantistico, per consentire un uso parziale dell’edificio a seconda delle necessità.

I progetti dovevano infine privilegiare la facilità e l’economicità di gestione e manutenzione dell’immobile.

Iter di concorso

Entro il 14 gennaio 2019 sono stati consegnati gli elaborati e la documentazione amministrativa relativa a 136 idee progettuali: ogni gruppo partecipante ha consegnato una proposta ideativa schematica e una relazione illustrativa sintetica. Il 5 febbraio sono stati pubblicati sul sito del concorso i codici delle cinque idee considerate più significative da parte della Commissione. L’8 aprile sono state consegnate le cinque elaborazioni progettuali di secondo grado (4 tavole di progetto e una Relazione generale illustrativa) che la Commissione ha valutato e ordinato in una graduatoria finale.

Solo questa mattina sono stati associati i nomi dei concorrenti ai codici. Ora seguiranno le verifiche sulla correttezza della documentazione amministrativa per aggiudicare il concorso e, quindi, affidare l’incarico per la progettazione definitiva ed esecutiva e il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione definitiva ai vincitori, ai sensi del Codice dei contratti pubblici. Agli altri quattro concorrenti che hanno sviluppato il progetto di secondo grado viene invece riconosciuto un premio di 5.000 euro.

La Commissione giudicatrice, resa nota in sede di pubblicazione del bando, era composta da due commissari indicati dal Comune di Bologna (arch. Francesco Evangelisti, presidente e arch. Giulio Cosentino), uno da Inarcassa (arch. Alessandro Cimenti), uno dalla Fondazione Inarcassa (ing. Maria Luisa Tempesta), e uno dagli Ordini degli Ingegneri e Architetti di Bologna (arch. Ernesto Antonini).

Il progetto vincitore

Nelle intenzioni dei progettisti la nuova scuola “offre un nuovo servizio alla comunità e valorizza il contesto circostante. La composizione architettonica del complesso, l’accessibilità, l’organizzazione degli spazi esterni, lo studio dei percorsi e l’integrazione di servizi aperti alla città, consentono al nuovo polo scolastico di essere parte integrante della vita della collettività, aprendosi in orari diversi da quelli scolastici e garantendo un rapporto sostenibile con l’esistente”.

Come richiesto dal bando, il progetto nasce da una attenta lettura del contesto, con la “volontà di dare vita ad un volume che si inserisca nel paesaggio circostante con discrezione e nel rispetto del contesto naturale, sfruttando il declivio naturale del terreno e riducendo così l’impatto visivo del nuovo edificio”. La nuova scuola va a occupare il sedime della vecchia, non consumando suolo “naturale” e permettendo la conservazione delle alberature esistenti. La collocazione della scuola sul pendio comporta la possibilità di una continua integrazione tra edificio e verde, offrendo “sempre la visione diretta dell’ambiente naturale, la cui conoscenza e scoperta divengono momento di crescita dell’alunno”.

L’accesso principale alle nuove scuole avverrà dal parcheggio esistente, mentre un accesso indipendente è garantito per la palestra che è organizzata sul livello del giardino Dotti, permettendo una nuova relazione tra spazi sportivi all’aperto e nell’edificio.
Le scuole primaria e secondaria hanno accesso comune, ma sono sistemate su piani diversi: la primaria al piano terra e la secondaria al primo piano, entrambe collegate con l’area verde circostante. Come previsto dal bando possono comunque essere resi accessibili, oltre alla palestra, altri spazi significativi come l’agorà, la mensa, la biblioteca scolastica.

L’agorà è un grande spazio centrale, il cuore dell’edificio, costituito da un ambiente a doppia altezza caratterizzato da un’ampia scalinata a gradoni e da una vetrata con vista sulla collina a est; oltre che come spazio distributivo, quindi di incontro e di attività informali, potrà essere utilizzato come auditorium.

La palestra è un altro luogo centrale del progetto, che dimostra a un tempo l’integrazione della scuola nel quartiere (la palestra affaccia su un porticato sul piano del giardino, offrendo la possibilità di integrare lo spazio indoor con attività all’aperto) e l’integrazione delle diverse strutture in un insieme compatto (un ballatoio al piano superiore permette ai ragazzi della secondaria di affacciarsi sulla palestra).

La scuola ha facciate semplici caratterizzate da un rivestimento in doghe di larice, dal basamento intonacato e dalle tende rosse a protezione dal caldo. Anche la copertura è molto semplice, ad unica falda rivolta verso l’interno.

Il progetto delle aree esterne – che ampliano l’area scolastica ad includere la parte ad est, come consentito dal bando – è stato pensato con attenzione alla loro funzione didattica: un ampio percorso circolare in ghiaia “ha la funzione principale di separare lo spazio verde a carattere naturale da quello attrezzato e rappresenta una “passeggiata continua” che entra anche all’interno della scuola creando un unico percorso formativo”.
La parte esterna al cerchio non viene modificata rispetto alla situazione attuale, mentre all’interno di trovano spazi organizzati come aule all’aperto, un giardino-orto “per imparare i cicli della natura, prendersene cura e raccoglierne i frutti durante le diverse stagioni” e una “agorà esterna, “specchio” dell’agorà interna, punto in cui il dialogo tra interno ed esterno si esalta maggiormente”.

Dal punto di vista dell’organizzazione degli spazi per l’insegnamento il progetto si propone “di garantire una concezione innovativa nell’interpretazione degli spazi sul piano della qualità percettiva e della fluidità funzionale. A partire da questi presupposti, tutto diventa spazio per l’apprendimento: gli ambienti per la didattica sono pensati per essere semplici e razionali, cercando un equilibrio tra spazi definiti e spazi adattabili, considerando che uno stesso luogo può essere vissuto in modi e momenti diversi. Inoltre, il continuo evolversi del metodo di insegnamento presuppone che gli ambienti debbano essere in grado di assimilare queste trasformazioni con costi e tempi ridotti”.

L’atrio e l’agorà, le aule concepite come home-base e atelier integrabili, gli spazi di connessione, la mensa, la biblioteca, la palestra e gli uffici per il personale sono integrati e separati in modo da favorire l’applicazione di questi concetti.

Il sistema costruttivo adottato per rispondere alle richieste del bando consente alte prestazioni dal punto di vista strutturale e ambientale: un telaio in calcestruzzo armato consente di risolvere il rapporto con le fondazioni e il terreno, mentre la struttura in elevazione è in legno, garantendo una vita utile dell’edificio di 100 anni, con prestazioni di massima sicurezza in relazione alle norme tecniche vigenti.

L’edificio è progettato in modo da offrire prestazioni importanti dal punto di vista delle richieste e della produzione di energia, superiori a quelle stabilite dal bando. Il fabbisogno energetico complessivo è soddisfatto da impianti a fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici) e con sistemi alternativi ad alta efficienza (centrale termo-frigorifera con pompe di calore aria-acqua).

Anche le strategie di progettazione impiantistica che riguardano il risparmio idrico, l’illuminazione naturale, l’areazione naturale e quella meccanica ventilata, i dispositivi di protezione solare, i dispositivi che minimizzano l’inquinamento indoor – sia dal punto di vista elettromagnetico che dei materiali impiegati – e massimizzano il comfort acustico, sono molto interessanti dal punto di vista della sostenibilità dell’edificio e delle sue caratteristiche di salubrità. Il monitoraggio dei consumi e un sistema di controllo automatizzato degli impianti garantirà nel tempo il rapporto tra edificio e ambiente, minimizzandone i costi di gestione.

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