L’Ordine degli Ingegneri della provincia di Modena accoglie con soddisfazione l’annuncio fatto nei giorni scorsi a Camposanto da parte della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, che ha fissato al prossimo 31 ottobre la data ultima di chiusura di tutte le pratiche di ricostruzione post-sisma ancora in sospeso nei Comuni, ed auspica che la macchina amministrativa pubblica dia coerentemente seguito a questo fondamentale obiettivo, di importanza strategica per la piena rinascita economica e civile del territorio della Bassa modenese.

Il contributo dei professionisti di area tecnica – e degli Ingegneri, in particolare – all’opera di ricostruzione è sempre stato determinante: fin dalle prime ore seguenti le scosse di quel tragico maggio 2012, decine di colleghi si sono prodigati volontariamente e gratuitamente per effettuare sopralluoghi e visite speditive in tutto il cratere sismico. In questi sette anni, gli Ingegneri hanno istruito e seguito gran parte delle circa 16mila pratiche aperte da privati cittadini ed imprese nelle quattro province coinvolte.

Gli Ingegneri hanno dunque pieno titolo per salutare con favore l’approssimarsi della chiusura definitiva di questa problematica pagina vissuta dal nostro territorio. Tuttavia, proprio perché sono ben note alla categoria le difficoltà incontrate nella gestione della ricostruzione, non ci si può esimere dall’esprimere un auspicio dettato dall’esperienza: i tempi certi per completare la ricostruzione potranno essere rispettati solo se anche la burocrazia pubblica (in primis: gli uffici tecnici dei Comuni) sarà coinvolta attivamente per rispettare il termine fissato al 31 ottobre 2019.

Gli Ingegneri si impegneranno, una volta di più, con tenacia e responsabilità (per quanto di loro competenza) affinché questa scadenza venga rispettata, ma ritengono che da parte della macchina amministrativa pubblica sia necessario effettuare un salto di qualità che si basa su tre presupposti: gli uffici tecnici comunali debbono prendere in carico immediatamente le pratiche che vengono presentate, e comunque entro il termine di 5 giorni fissato dalle Leggi e dalle Ordinanze regionali; le eventuali richieste di integrazione debbono pervenire entro il termine massimo fissato dalla legge in 30 giorni; non si dilazionino le richieste di integrazione e non se ne reiteri l’invio ma, per ogni progetto, sia possibile richiederne soltanto una, mettendo così il professionista incaricato nelle migliori condizioni per adempiere al proprio compito.

Velocizzare le tempistiche e semplificare l’iter autorizzativo delle pratiche di ricostruzione sono obiettivi prioritari per gli Ingegneri: confidiamo che sia così anche per gli Enti pubblici e che si dia coerentemente seguito a queste finalità.

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