“Il decreto “sblocca cantieri” rappresenta la “clava” con la quale il governo intende smantellare le condizioni di diritto e di legalità previste dal Nuovo codice appalti. Nei fatti si consegna rilevanza al criterio del massimo ribasso, portando la soglia sino a 5,5 milioni di €, si aumentano le soglie per l’affidamento diretto senza bando di gara, si favoriscono i consorzi stabili nella gestione dei subappalti aggirando i controlli antimafia, si smantella il ruolo e la funzione dell’Anac” afferma Cgil Emilia Romagna.

“Con il Patto per il lavoro, la legge regionale su legalità e appalti, gli accordi con Atersir e Intercenter, il Patto per il TPL, le intese con i comuni e le stazioni appaltanti sui bandi di gara, le intese con i committenti privati come Ikea e Xpo, gli accordi con le multiutility come Hera o i siti come l’Interporto di Bologna, rappresentano un patrimonio che in nessun modo intendiamo sacrificare sull’altare del “decreto sblocca cantieri”.

“Il modello condiviso in questa regione riteniamo che debba essere replicato ad ogni livello nel paese ed è un modello che favorisce uno sviluppo socialmente sostenibile dove il lavoro e la legalità ne rappresentano il volano fondamentale”.

“Per queste ragioni – conclude Cgil Emilia Romagna – continueremo in ogni sede negoziale, pubblica o privata, a sostenere il lavoro sin qui fatto, richiamando tutte le parti sociali e le istituzioni coinvolte alla coerenza su quanto convenuto”.

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