Visita istituzionale della commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, al Centro ricerche Enea del Brasimone, nell’Appennino bolognese. La visita è stata l’occasione per approfondire, sotto la guida di Mariano Tarantino (Enea), le prospettive di rilancio e valorizzazione del polo scientifico e tecnologico. Il Centro si estende per quasi 400 ettari ed è dotato di laboratori di ricerca – visitati quello per le prove meccaniche sui materiali e quello per la radiometria (misurazione della radioattività ambientale) nonché per la tracciabilità nel settore alimentare e per la certificazione nel settore energetico – e siti sperimentali dove vengono sviluppati i progetti e i prototipi tecnologici nell’ambito della ricerca sulla fissione nucleare di IV generazione e sulla fusione nucleare con metalli liquidi (in particolare piombo). Al Centro lavorano 80 persone tra ricercatori, tecnici e personale amministrativo. Compie ricerca di base, grazie e finanziamenti statali ed europei, e ricerca applicata, in collaborazione con importanti industrie. Il Centro ha un bilancio annuo di circa 10 milioni.

“Il Centro punta su due filoni di attività di ricerca e sviluppo”, ha spiegato Tarantino. “Il primo, finalizzato a elaborare progetti a supporto della realizzazione di reattori a fissione e a fusione nucleare di ultima generazione per la produzione di energia pulita e sicura; il secondo, teso alla messa a punto di progetti sulle tecnologie innovative che abbiano immediate ricadute per il mercato, il settore industriale e l’occupazione nonché per il sistema territoriale, locale e regionale”. Per i progetti– ha proseguito– vengono impiegati fondi europei, fondi statali e contributi di partner industriali. Le ricadute occupazionali previste sono stimate, al momento, in 70 unità direttamente impegnate nel Centro e un indotto di svariate centinaia di posti di lavoro.

La commissione Politiche economiche ha concluso la visita presenziando alla cerimonia di sottoscrizione del Protocollo per la valorizzazione del centro Enea del Brasimone, in chiave di sviluppo del territorio appenninico e dei sistemi economici locali e regionali, voluto da Regione Emilia-Romagna, Regione Toscana, Enea, Città Metropolitana di Bologna e Comuni del territorio (Castiglione dei Pepoli e Camugnano nel bolognese nonché Prato e Vernio nel versante toscano), in stretta sinergia con l’Università di Bologna, l’Università di Firenze e il polo di Prato nonché i centri di ricerca connessi a questi atenei.

Per Federico Testa, presidente Enea “si investe sul futuro: fusione nucleare; diagnostica e farmaci nucleari, di precisione e sicuri; nuove tecnologie e nuovi materiali. Si tratta di progetti a forte valenza industriale con importanti ricadute occupazionali. Il protocollo per la valorizzazione del centro ricerche Enea del Brasimone è un progetto pilota di assoluta rilevanza, che andrà esportato anche in altre realtà”.

Per Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, “la competitività dei territori si giocherà sempre di più sulla ricerca, lo sviluppo e l’innovazione tecnologica nonché sulla velocità di elaborazione dell’enorme flusso di dati prodotti. Il tutto abbinato alla qualità declinata in tutte le variabili (lavoro, ambiente, servizi, etc). È quello che si vuole fare, attraverso il protocollo, con il centro Enea del Brasimone, che diventerà la ‘cittadella della ricerca’ nell’Appennino bolognese”.

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