«Anche se a Modena le denunce di infortuni sul lavoro sono in leggero calo, non condividiamo la riduzione generalizzata delle tariffe dei premi assicurativi Inail decisa dal governo». Lo afferma la Cisl Emilia Centrale commentando l’emendamento contenuto nella legge di Bilancio che prevede dal 1° gennaio 2019 un taglio di 410 milioni di euro delle tariffe dei premi Inail pagati dalle aziende.
Nella nostra provincia nel periodo gennaio-ottobre 2018 le denunce per infortunio sono state 13.124, appena 43 in meno rispetto allo stesso periodo del 2017.

«Il calo delle denunce è positivo, ma il taglio di 410 milioni di euro (che diventerà di 525 milioni nel 2020 e 600 milioni nel 2021) è iniquo e sconsiderato – dichiara Domenico Chiatto, responsabile della sicurezza e salute sul lavoro per la segreteria Cisl Emilia Centrale – Anziché tagliare, bisogna utilizzare le risorse in maniera selettiva per incentivare le imprese che investono in salute e sicurezza per migliorare le condizioni di lavoro e ridurre così infortuni e malattie professionali. Incentivi a pioggia scollegati dagli interventi specifici sulla sicurezza, mettendo sullo stesso piano tutte le aziende, sia quelle virtuose che quelle non virtuose, non raggiungono i miglioramenti che tutti dobbiamo perseguire».
Chiatto cita le imprese che sostituiscono macchinari e attrezzature pericolose, bonificano i manufatti in amianto ancora presenti in numerosi capannoni, migliorano l’ergonomia delle postazioni di lavoro, adattano gli ambienti di lavoro a una popolazione lavorativa che sta rapidamente invecchiando, erogano una formazione efficace e comprensibile a tutti, valorizzano la partecipazione dei lavoratori al miglioramento delle condizioni di lavoro.

Anche la Cisl Emilia-Romagna è contraria alla riduzione generalizzata delle tariffe dei premi assicurativi Inail decisa dal governo.
«Nonostante l’impegno di Regione e parti sociali, gli infortuni non diminuiscono: nei primi dieci mesi del 2018 in Emilia-Romagna abbiamo avuto 250 denunce in più rispetto all’anno precedente – spiega Ciro Donnarumma, segretario regionale Cisl con delega alla salute e sicurezza sul lavoro – Il fenomeno ha riguardato 71.817 lavoratori, in particolare i più giovani (fino a 29 anni) e anziani (60-69 anni). Sono in crescita anche gli infortuni che colpiscono i lavoratori stranieri: 13.761 nel periodo gennaio-ottobre 2018, contro i 12.746 dello stesso periodo del 2017». Se gli infortuni con esito mortale sono in forte incremento a livello nazionale (+9,4%, pari a 945 vittime nei primi otto mesi del 2018), in regione si registra un lieve calo, con 98 morti sul lavoro tra gennaio e ottobre 2018 contro i 103 dello stesso periodo del 2017.

Positivo e in controtendenza rispetto a quello nazionale è anche il dato delle malattie professionali denunciate nella nostra regione: 5.367 tra gennaio e ottobre 2018, contro le 5.411 del 2017. «Il trend è incoraggiante, ma bisogna fare attenzione – avverte Donnarumma – perché potrebbe anche celare la scarsa propensione dei lavoratori a denunciare patologie di origine professionale per il timore di perdere il lavoro. Tra l’altro non aiuta l’atteggiamento restrittivo delle sedi Inail in Emilia-Romagna, con oltre l’80% delle richieste di malattia professionale respinte in prima istanza».

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