Terzo appuntamento teatrale domani nella programmazione de L’altra sponda, la rassegna estiva prodotta dal Cassero lgbti center di Bologna e che fino al 24 settembre animerà l’area del Giardino del Cavaticcio (ingressi da via Don Minzoni, via Azzo Gardino e via F.lli Rosselli),  nel cuore della Manifattura delle Arti. Protagonista questa volta l’attrice Daria Paoletta, in scena con Il Ballo, spettacolo di cui firma anche la regia assieme a Francesco Niccolini.

Il Ballo è una storia perfetta: pochi personaggi, disegnati in un lampo e con brevi tratti, eppure perfettamente riconoscibili, e un incedere di eventi che precipitano in pochi giorni verso una fine inattesa e tragicomica, stupida, piccola eppure enorme, per le conseguenze sulle persone coinvolte. Una famiglia di arricchiti, provinciali e ignoranti, una moglie che non vuole invecchiare e che sa di potersi finalmente godere la vita. Un marito che pensa solo agli affari e non riesce a porre argine alle volontà smodate e ai dispetti della consorte. Una figlia quattordicenne che sta abbandonando il corpo di ragazzina crisalide per diventare femmina e donna, con tutto il caleidoscopio di sentimenti, desideri e sofferenze della sua età. Intorno un mondo di “nemici”, secondo la gretta e sprezzante filosofia della padrona di casa: una istitutrice inglese, una maestra di pianoforte, un maggiordomo e una servitù buona solo a rubare pane e stipendio. Tutti insieme vivono l’attesa del grande ballo, una festa danzante che la “signora” vuole offrire a tutti i nobili e ricchi della città – qualunque essa sia – per affermare ricchezza e strapotere della famiglia. Ha pensato a tutto, e tutto trasuda arroganza ed eccessi. Ha solo trascurato un dettaglio, un piccolo dettaglio: la sua adorata bambina.

Il Ballo è il romanzo breve attraverso il quale la giovanissima Irene Némirovskj,  scrittrice russa trapiantata a Parigi, si affermò in Francia nel 1930: una carriera folgorante, con romanzi strepitosi, ricchi di una umanità complessa e spesso ributtante, volgare, pronta a tutto per la ricchezza e per soddisfare le proprie voglie. Figlia di un banchiere russo che sopravvive alla Rivoluzione d’Ottobre, e di una donna in tutto e per tutti identica alla protagonista di questo romanzetto geniale, Irina (poi Irène) Némirovsky attraversa in prima persona la grande storia della prima metà del Novecento, pagandone le conseguenze: morirà ad Auschwitz, da sola, nel 1942, un mese dopo essere stata internata. I suoi romanzi sono rimasti per molti anni in una valigia.

Daria Paoletta e Francesco Niccolini provano a trasformare in racconto teatrale Il Ballo: lo fanno con grande divertimento, unendo la verve comica e affabulatoria dell’una e il cinismo teatrale dell’altro. Un racconto corale, quasi sinfonico, diretto da una vecchia governante di casa Krampo, una sorta di testimone silenzioso e partecipe, incapace di odiare e di parteggiare, ma tremendamente lucida e sorridente. Il risultato è un ritratto impietoso e comico, per forza di cose tragico e forse anche un po’ commosso di un mondo nel quale molto difficilmente lo spettatore non riconoscerà tracce della propria vita. E della propria famiglia. Daria Paoletta è attrice burattinaia, fondatrice insieme a Raffaele Scarimboli della Compagnia Burambò. Ha sperimentato il teatro di narrazione con due produzioni: Una storia che non sta né in cielo né in terra e Amore e Psiche. Francesco Niccolini è drammaturgo senza fissa dimora, lavora con molti attori italiani, e spesso in Puglia. Tra le collaborazioni a cui è più legato, quelle con Marco Paolini e Luigi D’Elia. Scrive anche sceneggiature di libri a fumetti e documentari per la radio.

Appuntamento con Daria Paoletta martedì 17 luglio alle 21, l’ingresso costa 8 euro. Delle 19 saranno in funzione il bar e i punti ristoro, con la pizza di Berberé e le insalate, le macedonie e i ghiaccioli bio di Go Fresh. Infoline: www.cassero.it, tel. 051 0957211.

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