Il cambiamento climatico in atto e la tropicalizzazione del clima nella nostra regione favorisce il proliferare di insetti alieni che oggi trovano qui il loro habitat ottimale, in assenza di predatori naturali, presenti nelle zone di origine.

E’ il caso della cimice asiatica che si sta riproducendo a ritmi vertiginosi e che mette in pericolo in particolare la frutticoltura.

Mentre nelle coltivazioni convenzionali su fa uso massiccio di pesticidi ,come il pericolosissimo clorpiriphos metile, che danneggia habitat e salute dei consumatori, nelle coltivazioni biologiche l’insetto rischia di compromettere gran parte della produzione.

In attesa che si sperimentino insetti predatori della cimice asiatica  con un impegno più rapido e concreto dell’Università e modificando le normative che impediscono l’importazione di insetti utili quando quelli nocivi stanno dilagando, urgono misure urgenti per limitare i danni.

La Regione si e’ impegnata a studiare il problema con convegni e monitoraggi  ma ,di fronte all’emergenza servono anche azioni immediate.

Come, ad esempio, reti anti insetti, che al momento sono state limitate limitato ai soli produttori di pere del modenese.

La peschicoltura biologica della Romagna invece rischia di essere messa in ginocchio dalla cimice asiatica.

L’AIAB Emilia Romagna chiede l’attivazione immediata di misure per contrastare questo flagello e chiede all’Asssessora all’Agricolturta Caselli ed  al Presidente Bonaccini di attivarsi per difendere un patrimonio di alta qualità come la frutticoltura biologica della nostra Regione.

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